tag:blogger.com,1999:blog-23622803194582733542024-03-13T15:10:23.339+01:00VinoscopioNicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.comBlogger116125tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-1914417423257019332023-03-30T17:31:00.000+02:002023-03-30T17:31:10.925+02:00Cena valtellinese... vista Gran Sasso<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHhPaKFm3f6JimujgDvbYzYnrVBzaD-sQoLWwaq4Qr2rltfRgt6gD27Xx8RpkGf3CGwrEDbc0MpNqzK8mwLk8xJR3VpvLTnD00mt5jALBUXcOzkyNw_NPvDq_o4rCBWEsIX40Ib8C36-iezCiooCs1hk3T5oEaphWP1QBNwy70ANhValHmDdURyvUa/s4000/1680180582821.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="1800" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHhPaKFm3f6JimujgDvbYzYnrVBzaD-sQoLWwaq4Qr2rltfRgt6gD27Xx8RpkGf3CGwrEDbc0MpNqzK8mwLk8xJR3VpvLTnD00mt5jALBUXcOzkyNw_NPvDq_o4rCBWEsIX40Ib8C36-iezCiooCs1hk3T5oEaphWP1QBNwy70ANhValHmDdURyvUa/w180-h400/1680180582821.jpg" width="180" /></a></div></div><div>Solitamente quando devo scegliere cosa abbinare alla cucina territoriale preferisco pescare dalle cantine, appunto, del territorio. In occasione però di una recente cena di fine inverno con <i>homemade </i><a href="https://accademiadelpizzocchero.it/la-ricetta/" target="_blank">pizzoccheri</a>, costine e polenta ho deciso di sacrificare una bellissima bottiglia di Montepulciano d'Abruzzo che mi era stata regalata l'estate scorsa da un'amica di ritorno da una vacanza sul Gran Sasso.</div><div><br /></div><div><b><a href="https://www.pasettistore.com/product-page/testarossarosso" target="_blank">Montepulciano d'Abruzzo Riserva Dop "Testarossa" 2018 Pasetti</a></b></div><div>Questo vino nasce da uve prodotte sopra i 550 metri s.l.m. sulle colline all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove il terreno argilloso-calcareo, unito all'escursione termica tra la potente insolazione diurna e le notti fesche, favoriscono la massima espressione dell'uva montepulciano.</div><div>Non bastassero i 15 gradi riportati in etichetta, già dal colore rosso scuro impenetrabile ci si accorge di essere al cospetto di un vino importante, di quelli da versare con attenzione per non rovinare la tovaglia, quella bella. Un pratico <a href="https://www.amazon.it/Amazy-Sottobicchieri-ardesia-pezzi-penna/dp/B07QXXQVW9/ref=sxin_16_pa_sp_search_thematic_sspa?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&content-id=amzn1.sym.437a5043-0583-4222-83aa-685fc002540c%3Aamzn1.sym.437a5043-0583-4222-83aa-685fc002540c&crid=8PQW2YG1GBF&cv_ct_cx=sottobicchiere+vino&keywords=sottobicchiere+vino&pd_rd_i=B07QXXQVW9&pd_rd_r=c393b250-64d4-4d93-86e9-d8d873aaacb5&pd_rd_w=vWVpJ&pd_rd_wg=eyRYA&pf_rd_p=437a5043-0583-4222-83aa-685fc002540c&pf_rd_r=S87KDW8MZ3PG6W4DTFZQ&qid=1680182464&sbo=RZvfv%2F%2FHxDF%2BO5021pAnSA%3D%3D&sprefix=sottobicchiere+vino%2Caps%2C376&sr=1-3-606b9024-e7f3-4ea5-8e94-e09e6bc2f45f-spons&sp_csd=d2lkZ2V0TmFtZT1zcF9zZWFyY2hfdGhlbWF0aWM&psc=1" target="_blank">sottobicchiere </a>e il problema è risolto.</div><div>I profumi intensi di prugna matura, ciliegia sotto spirito, marmellata di amarene si accompagnano a note terrose, selvatiche e speziate che ricordano il cuoio e il pepe nero per sfumare su tonalità balsamiche di eucalipto. Questa complessità aromatica ha un ottimo riscontro in bocca, sostenuta da una vivida acidità e da un ruvido tannino che fanno intuire che questo 2018 è un giovincello che ha davanti ancora un po' di strada da fare. Già pronto oggi principalmente con piatti strutturati di carne, andrebbe rivisto anche tra qualche anno per sondare la sua evoluzione nel tempo, per gustarlo anche a fine pasto con un bel caciocavallo stagionato.</div><div>Ottimo come alternativa a un classico Valtellina Superiore con i pizzoccheri, meno bene con carne alla brace o al forno, asciuttina e leggermente amarognola per via delle bruciacchiature. Il tannino, la freschezza e la nota alcolica importante suggeriscono piatti più elaborati con un intingolo, tipo i brasati e il gulasch, dove stemperare alcol e polifenoli.</div><div>I vini potenti sono davvero buoni se non ti mandano ko dopo il primo calice, il Testarossa è uno di questi.</div>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-2791051873923108612023-02-27T18:50:00.001+01:002023-02-27T18:52:53.211+01:00Gros Jean, un valdostano dall'accento burgundo<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVP10WyfHeLyDCreCsHNK3HOcvMQ-37qEKC9nfLaRUkoGxV8TaXBsJXwoEjv0N1CISd4Km61CDStgPVbI-QVLl2D5U4LIrcFp_MNuxa2wgYU19uJjyGzraFNDKlmxMcQV6jyCXZF-fpY9_tYoDqF1CeLR_aXKxjoJ2Z1EUBp2LA4UQi0gSHddClIj7/s4000/1677504342477.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVP10WyfHeLyDCreCsHNK3HOcvMQ-37qEKC9nfLaRUkoGxV8TaXBsJXwoEjv0N1CISd4Km61CDStgPVbI-QVLl2D5U4LIrcFp_MNuxa2wgYU19uJjyGzraFNDKlmxMcQV6jyCXZF-fpY9_tYoDqF1CeLR_aXKxjoJ2Z1EUBp2LA4UQi0gSHddClIj7/s320/1677504342477.jpg" width="180" /></a>Tra le mode del momento sì è fatta strada da qualche anno quella dell' "adozione a distanza" di alberi, stelle, stalle, arnie e...vigneti. E così grazie a mio cugino Marco mi sono ritrovato padre adottivo di un filare di pinot nero in quel di Quart, località valdostana distante, appunto, <i>quattro </i>miglia romane dal capoluogo Aosta, a un'altezza di circa 500 metri sul livello del mare.</div><p></p><p>Qui <a href="https://www.grosjeanvins.it/adotta-un-cru/" target="_blank">l'azienda biologica Gros Jean</a> offre la possibilità di adottare due crus: il più recente Rovettaz e lo storico Tzeriat, posto tra i 750 e gli 800 mt s.l.m. e da dove proviene, appunto, il "mio" Pinot Nero, annata 2020.</p><p>Premesso che il pinot nero di stile borgognone è il mio rosso preferito, devo dire che in questo vino ho ritrovato tutte le piacevoli sensazioni provate andando per cantine da Beaune verso nord lungo tutta la <span face="arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #5f6368; font-size: 14px; font-weight: bold;">Côte d'Or</span>.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV_tLJfljjPCquPjpi5odcoQX2zjDLMFxDsteP7gDA1KGHW5NWhOvKen-ftgtwUgo5I6XqdvvdV7CA4D5s-sA6SpS_jhCmauStxRvbUKfrmi3ASPyZRoUsStXZRh_sF_27fmc3-9uDielEx_fX1ceHxXz8QcCc5NE3I8CnG1f1EwxninkHmOK_Ngtl/s4000/1677504342472.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV_tLJfljjPCquPjpi5odcoQX2zjDLMFxDsteP7gDA1KGHW5NWhOvKen-ftgtwUgo5I6XqdvvdV7CA4D5s-sA6SpS_jhCmauStxRvbUKfrmi3ASPyZRoUsStXZRh_sF_27fmc3-9uDielEx_fX1ceHxXz8QcCc5NE3I8CnG1f1EwxninkHmOK_Ngtl/s320/1677504342472.jpg" width="180" /></a>Il colore rosso rubino scarico, le intense sensazioni di piccoli frutti rossi e amarene che danzano con i sentori speziati di caffé, liquirizia e sottobosco, mi hanno riportato a quella Francia, spesso tronfia e pretenziosa ma tanto seducente nella sua schietta personalità.</div><p>Parliamo comunque di un'annata ancora giovane ma già pronta e alla portata di tutti, da bere tutti i giorni in compagnia di primi piatti strutturati o di secondi di carne, grigliate o arrosto, piuttosto che da assaporare a fine pasto in compagnia di un formaggio grasso di capra o di un gorgonzola nostrano. Volendo giocare con la temperatura di servizio si potrebbe anche abbinare, servito a non più di 14°, a un filetto di tonno o di pesce spada alla griglia. Non siamo nell'olimpo del Pinot Nero, ma nella rassicurante "comfort zone" di un ottimo vino versatile e ben rappresentativo di un vitigno e del suo terroir.</p><p>Ultima nota di merito l'etichetta elegante sulla classicissima borgognotta, con stampato il cognome del padre adottivo.</p>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-59133223210938385392022-12-21T17:30:00.004+01:002022-12-21T17:32:55.487+01:00Natale, tempo di regali ma occhio alle annate!<p>Da qualche anno i supermercati ospitano dei reparti che sono delle vere enoteche, che sotto le festività spesso propongono offerte che difficilmente un'enoteca potrebbe permettersi di mettere in vetrina. Potenza dei grandi numeri. C'è tanto di buono ma spesso nei grandi numeri si cela anche l'occasione per tutta la filiera, dalla cantina alla <i><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_distribuzione_organizzata" target="_blank">gdo</a></i>, di smaltire qualche fondo di magazzino invenduto. Capita in autogrill, mi è capitato spesso leggendo le newsletters con le offerte dei più noti siti di vendita di vino online, mi è capitato qualche giorno fa in un noto supermercato a Lecco.</p><p>Nelle cataste di confezioni regalo mi cade l'occhio su un trittico valtellinese griffato <a href="https://www.sertolisalis.com/" target="_blank">Conti Sertoli Salis</a>.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ingolosito dal nome e dai <b>34,90 €</b> della cassetta di legno, mi avvicino per controllare il contenuto della confezione, visto che stavo proprio pensando di inviare un omaggio valtellinese a dei cari amici siciliani. La apro e scopro un Grumello Docg del 2015, un Valtellina Superiore Docg del 2012 e il Saloncello Igt Alpi Retiche, del 2019. Ora, dico io, va bene che i vini da uva nebbiolo hanno un potenziale da invecchiamento che ha pochi eguali tra i vini della Penisola. Tuttavia non stiamo parlando di un grande Barolo o di un rinomato <i>Supertuscan </i>ma di prodotti base di un'azienda vinicola valtellinese dal passato certamente più glorioso del presente. Per intenderci, oggi in Valtellina si può trovare decisamente di meglio. Acquistare confezioni regalo con bottiglie di più di un lustro di età può farci fare davvero una magra figura, quindi occhio al prezzo ma soprattutto all'annata!</div><p><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dz0_9DC-UwXmhP7OqpSHZxG2rYp9frWha8WjimJfE3YKIJszN6oDVn8h4Ko2J3YfPHV4Wi9LfBSmHRB0l4yRQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></p><p><br /></p>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-74439818388912828962022-11-21T13:52:00.008+01:002022-11-23T12:25:02.484+01:00Teo Costa, il Roero che ti aspetti<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTw4LTvc4rLd6_yXKPuM6olcTu5SVtRGQDtnZ3qCD6mgn6w9DVJ5dk2TBQqd7Abwjqb_vwoEGyrGmdw5XTdpJgXpWwLO9KLV-kGbF6OwkjRpaREkX3dk4mVWw4yT_98UnCcOD5o3bGZC7KHcOJ2zSb21vYAuq3nxXRkf5Ui0PjFj26GDIXuXLoq9I_/s4000/1668506638716.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2252" data-original-width="4000" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTw4LTvc4rLd6_yXKPuM6olcTu5SVtRGQDtnZ3qCD6mgn6w9DVJ5dk2TBQqd7Abwjqb_vwoEGyrGmdw5XTdpJgXpWwLO9KLV-kGbF6OwkjRpaREkX3dk4mVWw4yT_98UnCcOD5o3bGZC7KHcOJ2zSb21vYAuq3nxXRkf5Ui0PjFj26GDIXuXLoq9I_/w320-h181/1668506638716.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Castellinaldo d'Alba visto da Guarene. Sullo sfondo,<br />il Cervino e il Monte Rosa.</td></tr></tbody></table></div>Dalla torre di Barbaresco ammiravo il paesaggio circostante, pennellato da tutti i colori dell'autunno e incorniciato nella magnifica corona alpina imbiancata a fresco, e notavo la piega del Tanaro là sotto, e l'andamento verso nord della corrente, provocandomi una sorta di vertigine dovuta alla mia abitudine lombarda a vedere i fiumi scorrere verso sud. E allora mi sono detto <i>perché non capovolgere anche la prospettiva vinicola e andare a scoprire cosa c'è sulla riva sinistra, nel Roero?</i>.<div><br /></div><div>Al di là dell'aspetto romantico e paesaggistico ero convinto che, per usare il caro vecchio Monopoli come metafora, passando dalle Langhe-Parco della Vittoria al Roero-piazza Giulio Cesare, anche i prezzi dei vini sarebbero stati più accessibili senza rinunciare neanche a una goccia di qualità.<br /><p></p><p>Caduto l'occhio sul bricco di Guarene, dirimpettaio rispetto al feudo di <a href="https://gaja.com/" target="_blank">Gaia</a>, apro le mappe di Google in cerca di una cantina in zona e tra le proposte mi si accende una lampadina sul nome di <a href="https://www.teocosta.it/" target="_blank">Teo Costa in Castellinaldo</a>. Deja vu o intuito chi lo sa, imposto il navigatore e si parte.</p><p>E' un primo pomeriggio di sabato, siamo nel pieno dell'alta stagione del tartufo - a <a href="https://www.castellogrinzane.com/asta-mondiale-del-tartufo-bianco-dalba/" target="_blank">Grinzane Cavour è in corso l'asta</a> - e il cortile di Teo Costa ospita diverse auto immerse nella bruma profumata di vinaccia.<br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAM1lNa-G5GAB-IPy9Tf6qx3PkryGLJt797BlrmTru81rPFTR2Y-S4nIslKNfWZmSHGcSmJFmkeDZ3xWeYnk58tLgNfSqXkg-N8UbdjEJo3ZZfscuXVoNw9WQ0I0GQPvSbwHFcHxRHsljVNfOgAEcQyHNSPjx7nb1Facf_Zm2N1UQcxK5Nwagx2EPK/s4000/1668506638703.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAM1lNa-G5GAB-IPy9Tf6qx3PkryGLJt797BlrmTru81rPFTR2Y-S4nIslKNfWZmSHGcSmJFmkeDZ3xWeYnk58tLgNfSqXkg-N8UbdjEJo3ZZfscuXVoNw9WQ0I0GQPvSbwHFcHxRHsljVNfOgAEcQyHNSPjx7nb1Facf_Zm2N1UQcxK5Nwagx2EPK/s320/1668506638703.jpg" width="180" /></a></div>Entriamo in cantina e veniamo subito accolti dalla gentilezza di Viviana Costa che, insieme ai fratelli Manuel e Isabella, rappresenta la quinta generazione di questa famiglia di vitivinicoltori attiva dai tempi di Cavour.<p></p><p></p><p>La sala degustazione è molto accogliente e luminosa e offre un balcone sulle Alpi. Lo sguardo cade su alcune bestiole al pascolo nella radura sottostante. "Sono <a href="https://asti.coldiretti.it/news/il-ministero-riconosce-la-razza-suino-nero-piemontese/#:~:text=Le%20caratteristiche%20principali%20della%20%E2%80%9Cnuova,notevole%2C%20oltre%20i%20200%20chilogrammi." target="_blank">maiali neri piemontesi</a>, che mio padre Roberto ha reintrodotto in questi anni incrociando diversi ceppi di maiale nero italiano per ripristinare questa antica razza autoctona". Muso e colletto bianchi per 200-250 kg di carne eccellente. </p><p>"Mangiano di tutto, in questo periodo principalmente le vinacce di scarto della vinificazione".</p><p>L'ottimo salame e lo strepitoso prosciutto serviti in degustazione sono lo straordinario prodotto di questa seconda passione di casa Costa. Ma le sorprese sono appena cominciate.</p><p><b><br /></b></p><p><b>Dall'Arneis al Barolo attraverso i territori della Barbera e del Dolcetto</b></p><p>La formula proposta è molto onesta e accattivante. La degustazione di 3 vini a scelta costa <b>20 euro</b>, quella da 5 costa <b>30 euro</b>. Con l'acquisto di almeno un cartone ciascuno il costo di degustazione viene azzerato. Sul tavolo scorreranno racconti del territorio, dettagli tecnici di vinificazione e grissini a volontà accompagnati dagli strepitosi salumi di nero piemontese e dal leggendario <a href="https://www.formaggiobettelmatt.com/" target="_blank">Bettelmatt</a>, il preziosissimo formaggio prodotto negli alpeggi dell'alta Val d'Ossola che solo un vero appassionato del buon gusto può pensare di proporre in degustazione. Anche in questo scommettiamo che c'è lo zampino del sig. Roberto.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfeLgD6_bAJAbFQQI9dAGLXX30f5mHn2sZouE04ud8VwJo2ismaStYaZsCeHcufuUrMnCTAzXWrKr9vLNvM3ZxvWbWKLvaeVVdJu39Mo2D9FG-FSgr6Gmviy8jDyI9s_qFKmBXKnYuNjEz8IwKGMt9Ot6DgelHp1Ag8454rsCd0YmbWcViz97lJgyH/s4000/1668506638688.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfeLgD6_bAJAbFQQI9dAGLXX30f5mHn2sZouE04ud8VwJo2ismaStYaZsCeHcufuUrMnCTAzXWrKr9vLNvM3ZxvWbWKLvaeVVdJu39Mo2D9FG-FSgr6Gmviy8jDyI9s_qFKmBXKnYuNjEz8IwKGMt9Ot6DgelHp1Ag8454rsCd0YmbWcViz97lJgyH/s320/1668506638688.jpg" width="180" /></a></div>Alla fine assaggeremo sei vini e compreremo un cartone di Roero, uno di Barbera d'Alba e una magnum di Barolo. Non sono rimasto impressionato né dall'Arneis degustato, che mi è sembrato "scappar via" un po' troppo velocemente dalla bocca, né dal Dolcetto, vinificato alla vecchia maniera senza passaggi in botte, per mantenere la sua natura di vino da tutto pasto e da tutti i giorni.<p></p><p>Al contrario, la Barbera d'Alba Docg Castellinaldo ha impressionato per potenza e ricchezza sia all'olfatto sia al gusto. Mi sono permesso di definirla una barbera "barolizzata", perché evidentemente la palestra del passaggio in botte le ha fatto spuntare dei muscoli da vino potente e complesso. Del resto qui si scolpisce questo volto importante alla barbera, per quella acidella, beverina e magari frizzantina chiedere nell'astigiano o nel Monferrato.</p><p>Molto buono anche il Roero Docg "Batajot", con le tipicissime note fruttate e terrose del nebbiolo e le speziature dell'affinamento, con un contorno vegetale davvero gradevole.</p><p>Dai vigneti in Novello ecco anche uno stupendo Barolo Docg "Monroj" da uve nebbiolo lampia, sontuoso vino da invecchiamento, affinato 30 mesi in botti di rovere grandi più altri sei in bottiglia, con le tipiche note tartufate e di idrocarburi e un ventaglio di aromi che si allarga sorso dopo sorso.</p><p>Tutti vini eccellenti, potenti e dall'ottimo rapporto qualità-prezzo. Una cantina dove tornare per godere dell'ospitalità e saggiare l'evoluzione dei suoi prodotti nel corso degli anni. "Arvedse" signori Costa!</p></div>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com012050 Castellinaldo d'Alba CN, Italia44.772075 8.032060616.461841163821155 -27.1241894 73.082308836178839 43.1883106tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-3364203832870808892022-11-14T12:05:00.008+01:002022-11-14T15:55:15.204+01:00Il Ribelle della Valvarrone<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://vinoscopio.blogspot.com/2008/08/si-chiama-andrea-ha-25-anni-ed.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="2252" data-original-width="4000" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6ZznaUevplUq6t9wjpuue9zMoNTkRfbFqfhH40cSS98XhnIWj0xdg5CT39BMEmJYIqbzf6ed7UTRJPg_qo6U-R0v3E3v7R3HrFgraHhOjzziDdiAWqERxrle63HsWUOJhjOWMzwGZ68lSvBBQy6N4n9teAZvqUknkxlXyW_G8LQDKMFaOdo5gPSdj/w400-h225/IMG_20220817_141151.jpg" width="400" /></a></div><a href="http://vinoscopio.blogspot.com/2008/08/si-chiama-andrea-ha-25-anni-ed.html" target="_blank">Anni fa, quattordici per la precisione, organizzai una gita in Val Varrone</a>, angusta valle che da Premana, alta Valsassina, in un paio d'ore di scarpinata sale verso i pascoli a ridosso del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Pizzo_dei_Tre_Signori" target="_blank">Pizzo dei Tre Signori</a>. Non ho la minima idea del motivo per cui mi spinsi ad optare per quella meta, avendo a disposizione nel territorio itinerari ben più noti e frequentati. Sta di fatto che, quel giorno di metà agosto del 2008, lasciata l'auto nei pressi delle rinomate coltellerie del piccolo borgo montano del lecchese, risalii la ripida mulattiera che attraverso i boschi, costeggiando il torrente, conduce fino all'imbocco della valle. Lì fui colto dalla meraviglia dei prati ancora in piena fioritura, a causa di una stagione particolarmente generosa in quanto a piogge.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3z8icw2wHuhhNxkDb2mcoKHltlW_WdqVoz_w8sDUz4JRhMVn_FhaJ0PDrmfMyW9WGBsGlYFgBu5pRttnzJJC2baEayG9KHHPtY0Ro_dNWg_OaKuL_njUSWLUA1ITitChAmRLIyG8IWqtG5lOkvYE7GIac-wgV6K6IEqmVXKgIUmzTODmRukCtQ3m2/s4000/IMG_20220817_123857.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3z8icw2wHuhhNxkDb2mcoKHltlW_WdqVoz_w8sDUz4JRhMVn_FhaJ0PDrmfMyW9WGBsGlYFgBu5pRttnzJJC2baEayG9KHHPtY0Ro_dNWg_OaKuL_njUSWLUA1ITitChAmRLIyG8IWqtG5lOkvYE7GIac-wgV6K6IEqmVXKgIUmzTODmRukCtQ3m2/w113-h200/IMG_20220817_123857.jpg" width="113" /></a></div><p></p><p>Dopo un piatto di squisiti pizzoccheri presso il rifugio <a href="https://www.rifugiovarrone.com/" target="_blank">Casera Vecchia</a> andai a fare visita alla poco distante <b>Casera Nuova</b>, dove scoprii un <i>Grasso d'alpe</i> tanto memorabile che l'avrei usato come termine di paragone per tutti gli altri formaggi che avrei assaggiato negli anni successivi, <a href="https://www.formaggiobettelmatt.com/" target="_blank">Bettelmatt </a>e <a href="http://www.formaggio.it/formaggio-estero/comte-d-o-p/" target="_blank">Compté </a>compresi.</p><p>Stiamo parlando dell'Olimpo del formaggio d'alpeggio. Bene, quest'anno dopo Ferragosto sono ritornato in Valvarrone per vedere se quella meraviglia provata anni fa fosse ancora almeno in parte confermata. Per la verità mi sarei già accontentato di ritrovare il giovane casaro che allora in sella a una moto da cross radunava le greggi delle capre (perché in questo bitto senza dop c'è cca il 20% di latte di capra), giusto per la soddisfazione di sapere che lassù c'è ancora un presidio del gusto portato avanti dalle nuove generazioni.</p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCwwdDlGpd1kcF4ivWpO1uXdF16GCdvk2AOmU77DEdyItfVT_cQAuULj1yztJTy_u7vrAdOfjluaAsU6bR5uwy7Kz0st_7u8shPElGNmONw1sEVInznCpGirhzHOdxSsyEuPPyhngC8wwm14e4277SJzzBYsala3jdPEdxkKbZnBvl80M28_K48oWf/s4000/IMG_20220817_135754.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCwwdDlGpd1kcF4ivWpO1uXdF16GCdvk2AOmU77DEdyItfVT_cQAuULj1yztJTy_u7vrAdOfjluaAsU6bR5uwy7Kz0st_7u8shPElGNmONw1sEVInznCpGirhzHOdxSsyEuPPyhngC8wwm14e4277SJzzBYsala3jdPEdxkKbZnBvl80M28_K48oWf/s320/IMG_20220817_135754.jpg" width="180" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table>Il presidio c'è ancora, il casaro è cresciuto - pure di stazza - e il prezzo del suo Grasso d'Alpe pure: da 10 euro al kg in 14 anni è passato a 18€/kg. La meraviglia è stata la stessa di allora: formaggio gustosissimo, pastoso e super aromatico nonostante la scarsa fioritura dei pascoli complice la stagione secca. Doppia meraviglia. In questi anni il "varrone" è cresciuto anche di lignaggio, entrando a far parte della ristretta famiglia dei "ribelli del Bitto".<p></p><p>A <a href="https://www.ruralpini.it/Varrone_colonna_dello_storico_formaggio.html" target="_blank">questo link</a> ho trovato un interessante articolo del 2016 su questi casari di Delebio e sullo <a href="https://www.formaggiobitto.com/storico-ribelle/" target="_blank">Storico Ribelle</a>, di cui il Varrone è la massima espressione.</p><p>Un formaggio senza compromessi e ricercatissimo perché, oltre a essere squisito, a differenza del <a href="https://www.ctcb.it/" target="_blank">Bitto Dop</a> che ha un disciplinare più "elastico" ed esteso geograficamente, non ammette l'impiego di mangimi e seguita ad essere prodotto esclusivamente in alpeggio con gli attrezzi tradizionali (caldera di rame e forme di legno) e la consueta doppia mungitura giornaliera con l'aggiunta di circa il 20% di latte di capra (che nel Bitto invece è facoltativa e non supera il 10%). Lunga vita ai ribelli.</p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUUZAA1CxA7LbVrRwM-89kOU6lG8rnTjstF1ZZdUTTC--pROCSkkwcfGpqn8dMSPHqS-zXYNs8wm81lXkBjEo9U1BvIWEjRx-LJQiFjqHKv1sKvoMmX82wpw6s4brDPm2rJGkmokCQ4bjSttGeX3d9aMzbMULKve4nRQEuNjsY7HJ-XNl-oNbGnPFw/s4000/IMG_20220817_143810.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUUZAA1CxA7LbVrRwM-89kOU6lG8rnTjstF1ZZdUTTC--pROCSkkwcfGpqn8dMSPHqS-zXYNs8wm81lXkBjEo9U1BvIWEjRx-LJQiFjqHKv1sKvoMmX82wpw6s4brDPm2rJGkmokCQ4bjSttGeX3d9aMzbMULKve4nRQEuNjsY7HJ-XNl-oNbGnPFw/s320/IMG_20220817_143810.jpg" width="180" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bruna Alpina</td></tr></tbody></table><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmfUQNJWWjYa1y_Vg-Aj1g03H-Jmi0NehAE4l3mRCiqBsAK6LLxScFGoQ6DiHKWOd3BWW-MwKqFJ3XpVQurW07ZvKX2KbEC2OMkmYTqriBescqoV9xq3vxqDj0vX1ICP-dwVQmcT96cqxhoxedPKzHsUIGNrzmdiuMuM1hpEJLNXmA9U4Q1LgrbTLT/s4000/IMG_20220817_144242.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmfUQNJWWjYa1y_Vg-Aj1g03H-Jmi0NehAE4l3mRCiqBsAK6LLxScFGoQ6DiHKWOd3BWW-MwKqFJ3XpVQurW07ZvKX2KbEC2OMkmYTqriBescqoV9xq3vxqDj0vX1ICP-dwVQmcT96cqxhoxedPKzHsUIGNrzmdiuMuM1hpEJLNXmA9U4Q1LgrbTLT/s320/IMG_20220817_144242.jpg" width="180" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Capra Orobica</td></tr></tbody></table><br /><p></p><p></p><p><br /></p>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-15327226093857368622022-09-13T18:05:00.009+02:002022-09-15T17:10:26.836+02:00Cenere e vino<i>Picon, viento y océano</i>. Sta tutta qua <b>Lanzarote</b>, la più selvaggia delle Isole Canarie, forgiata dai vulcani, morsa dalle onde dell'Atlantico e modellata dagli Alisei - quelli che diedero una spintarella a Cristoforo Colombo nel suo viaggio verso il nuovo mondo, per intenderci - che soffiano quasi incessantemente sulle sue coste. Un'isola estrema dall'aspetto lunare con un cuore ricco di meraviglie, proprio come la verde <a href="https://www.isoladilanzarote.com/la-leggenda-di-olivina-la-pietra-verde-di-lanzarote.html" target="_blank">olivina </a>incastonata nella nerissima pietra lavica che ricopre interamente l'isola.<div>L'ultima catastrofica eruzione fu quella che diede origine al parco vulcanico del <a href="https://turismolanzarote.com/it/visitare-il-parco-nazionale-di-timanfaya/" target="_blank">Timanfaya</a>, principale attrazione dell'isola valorizzata, come le altre perle locali, da quel geniaccio di <a href="https://www.ciaoisolecanarie.com/esperienze/larte-di-cesar-manrique/" target="_blank">Cesar Manrique</a>. </div><div><br /></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://www.spain.info/export/sites/segtur/.content/images/blog/lageria_lanzarote_s9217474.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="640" height="200" src="https://www.spain.info/export/sites/segtur/.content/images/blog/lageria_lanzarote_s9217474.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: left;"><span style="font-family: courier;"><span style="font-size: xx-small;">Vigneti a La Geria. Sullo sfondo, </span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-family: courier;">il profilo </span><span style="font-family: courier;">dell'imponente Caldera Blanca.</span></span></div></td></tr></tbody></table>Dal 1730 al 1736 le eruzioni coprirono interamente la parte agricola di Lanzarote, costringendo nei decenni successivi gli abitanti rimasti ad abbandonare la coltura cerealicola puntando sulla viticoltura.</div><div>Una manciata di ettari in mano a pochi proprietari, spesso legati al potentato ecclesiastico, che hanno adattato la nuova coltura alle condizioni climatiche: viti basse, interrate in piccole fosse di cenere protette dal vento da muretti di pietra lavica. Queste piccole conche aiutano anche a trattenere per quanto possibile l'umidità notturna o delle rare piogge stagionali.</div><div>Risultato: poca uva di eccellente qualità, i cui aromi sono amplificati dalle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, come si conviene a una terra posta all'altezza del Sahara, che ogni tanto allunga sull'isola il suo alito caldo tramite la <i><a href="https://fuerteguest.com/consigli-e-informazioni-utili/la-calima-cose-come-si-forma-e-gli-effetti-sulla-salute/" target="_blank">calima</a></i>.</div><div>In un ambiente del genere la scelta del vitigno non poteva che ricadere su una <i>malvasia</i>, uva aromatica già rodata in territori estremi simili, come la nostra Pantelleria.</div><div><br /></div><div><br /></div><div><b><a href="https://bodegasrubicon.com/vinos/rubicon-seco/" target="_blank"></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://bodegasrubicon.com/vinos/rubicon-seco/" target="_blank"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpHxEBW2stj7haBnujVeESkAVVUKzyXGx9DCXagxOHRO0ABcj5OwkhsAIhAuI4du0S6uGzISfHdXMAJomC4GkPBUpSEvM_4wffKIw_RwpPZQNhk6KtKnZ_2dxT3CHeK8XhQwU7oYcDoTL8ofXr3dmo_Y6wH8JE4V0Hzff89kvIVG7pmABJ8G0cOOcf/s4000/1663077524022.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpHxEBW2stj7haBnujVeESkAVVUKzyXGx9DCXagxOHRO0ABcj5OwkhsAIhAuI4du0S6uGzISfHdXMAJomC4GkPBUpSEvM_4wffKIw_RwpPZQNhk6KtKnZ_2dxT3CHeK8XhQwU7oYcDoTL8ofXr3dmo_Y6wH8JE4V0Hzff89kvIVG7pmABJ8G0cOOcf/s320/1663077524022.jpg" width="180" /></a></div>Lanzarote Doc Malvasia Rubicon 2021</b></div><div><a href="https://bodegasrubicon.com/" target="_blank">La cantina Rubicon</a> si trova a La Geria, piccola località nel cuore vitivinicolo di Lanzarote, nella zona centro sud, a ridosso del parco vulcanico del Timanfaya. La sua malvasia secca del 2021 è un mirabile esempio di quello che può regalare questa terra solo all'apparenza sterile. Colore giallo paglierino limpido con riflessi dorati, consistente, conquista subito per l'incredibile potenza ed eleganza dei suoi intensi profumi fruttati. Pesca gialla, ananas e mango cedono il posto al pompelmo maturo per sfumare su venature più minerali che ricordano lo zolfo e la polvere pirica. Sensazioni che si ripresentano in bocca, incastonate nel tessuto alcolico importante (13,5°) e che restano a lungo per sfumare su un finale dolceamaro. Un vino sorto dall'inferno per rallegrare la vita dei residenti e dei turisti che decidono di concedersi una pausa all'ombra di uno degli eucalipti fuori dalla <i>bodega</i>.</div><div>Per poi portarsi a casa qualche bottiglia da accompagnare a un pesce al forno, a un piatto di crostacei, a un formaggio duro stagionato o a qualche fetta di <i><a href="https://www.amazon.it/prosciutto-patanegra/s?k=prosciutto+patanegra" target="_blank">pata negra</a></i>. </div><div>L'ultimo sorso è per chiudere gli occhi e sognare di essere ancora lì, tra <i>picòn, viento y océano</i>. Prezzo in cantina: <b>10 euro</b>.</div><div><br /></div>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-89843074456176443692020-12-12T00:02:00.004+01:002020-12-12T00:12:04.965+01:00Il Pelaverga, tanta potenza in una manciata di ettari di Langa<p>In questi giorni di chiusure imposte e regioni che virano dal rosso al giallo e viceversa, ho ripensato a quell'ultima visita in cantina, nell'anno primo A.C. (avanti Covid) effettuata in una brumosa domenica di inizio novembre di un anno fa. Pullmino carico di una bella compagnia di bevitori brianzoli goderecci (no, talvolta "brianzolo" e "godereccio" non sono un ossimoro) e via, destinazione le Langhe. Verduno, per la precisione, patria di uno dei cru di Barolo più pregiati, il Monvigliero, e soprattutto feudo esclusivo di produzione del <a href="http://www.verdunopelaverga.it/la-storia" target="_blank">Pelaverga</a>.</p><p>A questa <i>uva negra</i> - come veniva descritta nel '400 - le aziende del territorio dedicano sforzi e investimenti per mantenere viva una storica tradizione vinicola sottraendo spazio (in tutto circa 18 ettari) al vicino più blasonato, per continuare a regalare al mondo del vino questo rosso assolutamente unico e inconfondibile per i palati più allenati.</p><p>Una di queste è l'azienda <a href="https://www.poderiroset.it/" target="_blank">Poderi Roset</a> di Silvio Busca, che ci ha ospitati per un racconto lungo e interessante cominciato da queste vigne srotolate sul bricco di Verduno, con una vista a 360 gradi che spazia dal Monviso, a La Morra, Alba e Barolo, e terminato con una interessantissima degustazione tra cisterne di acciaio inox e siringhe a pescare dalle botti l'anteprima del loro nettare prezioso.</p><p>Di quella visita, oltre al bellissimo ricordo, ho recuperato di recente l'ultima bottiglia rimasta del Pelaverga Poderi Roset per immolarla davanti a un classico della tradizione gastronomica lombarda: un risotto con vino rosso e salsiccia.</p><p>Dei vini degustati un anno fa, devo dire che ero rimasto positivamente impressionato dal Dolcetto, che il buon Silvio aveva presentato sottotono come spesso è il carattere autenticamente modesto e schivo ai complimenti del viticoltore di Langa, e naturalmente il Barolo Monvigliero. Il Pelaverga mi era parso invece un po' troppo esuberante, negli aromi e nella potenza alcolica. In effetti per il 2017 parliamo di un vino da 14 gradi, con un corpo fruttato che mostra i muscoli di un Syrah della Sicilia, tanto per intenderci.</p><p>Questo secondo assaggio, complice anche un abbinamento perfetto, mi ha invece letteralmente conquistato.</p><p><b>Verduno Pelaverga Doc Poderi Roset 2017</b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-78Sj_EUSERo/X9P1CrOMruI/AAAAAAAAEYU/MGug8WZwpNoVi-14QojZNUkMrKAVlHfiACLcBGAsYHQ/s2508/IMG_20201123_193914.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2508" data-original-width="1254" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-78Sj_EUSERo/X9P1CrOMruI/AAAAAAAAEYU/MGug8WZwpNoVi-14QojZNUkMrKAVlHfiACLcBGAsYHQ/w200-h400/IMG_20201123_193914.jpg" width="200" /></a></div>Colore rosso rubino scurissimo con riflessi violacei, al naso rivela subito la sua esuberanza di frutta rossa, spezie e fiori viola. Piccoli frutti del sottobosco, pepe, ciclamino, lavanda e una punta di pompelmo rosa, e chi più ne ha più ne metta. Ottima la corrispondenza in bocca, dove il corpo fruttato inonda il gusto, accompagnato dal tipico piacevole "pizzicore" speziato e dalla calda carezza della nota alcolica, mantenuta viva da un'acidità giunta al suo apice di maturità. Un vino "grasso" che colora lingua e denti e invita alla beva, ben mascherando i suoi 14 gradi. Sicuramente è perfetto oggi, dopodomani potrebbe già essere in fase calante. Al Pelaverga, del resto, non interessa ambire alla longevità di un Nebbiolo, gli basta fasi riconoscere e apprezzare per quello che è: un vino saporito, corposo e profumato che non ha alcun interesse a mostrare muscoli che non ha. Non ha una grande acidità né un tannino importante, di conseguenza va bevuto ancora relativamente giovane, entro 2-3 anni dalla vendemmia, per apprezzare meglio un frutto e una florealità che potrebbero appassire e appesantirsi rapidamente da un anno con l'altro. In una terra costellata di gioielli il Pelaverga è un ottimo prodotto artigianale per tutti i palati e i portafogli, visto che il prezzo delle bottiglie difficilmente supera i <b>10 euro</b>. Ed è una vera goduria.<br /><p><b><u>Abbinamenti</u></b>: primi piatti con carni, risotti con salsiccia e funghi, costolette di agnello, formaggi di media stagionatura, anche a pasta morbida.</p>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-5802735377380258682015-06-03T22:51:00.001+02:002015-06-05T11:04:58.048+02:00Pinot noir in tutte le lingue del mondoInvita una sera Guido Invernizzi, medico novarese e vulcanico docente Ais famoso per le sue appassionate iperboli in difesa dell'ancellotta e del pallagrello così come di quel tal Metodo Classico inglese, e apparecchiagli un tavolo di degustazione con sei espressioni mondiali del Pinot Nero vinificato in rosso. E' ciò che ha fatto qualche sera fa Elisa Cremonesi, delegata Ais per la provincia pavese, presso il lussureggiante resort <a href="http://www.cascinascova.it/" target="_blank">Cascina Scova</a>, alle porte di Pavia.<br />
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Una tavola alla quale era impossibile non partecipare.</div>
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Sei Pinot Noir di annate diverse da, nell'ordine di degustazione proposto, l'Isola sud della Nuova Zelanda, il Cile, il Sudafrica, l'Oregon, Israele e la Borgogna del sud.</div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Gi_yhX_PmrA/VWjY6SIyUyI/AAAAAAAADK0/jUVx8SJbnhE/s1600/20150528_234627.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-Gi_yhX_PmrA/VWjY6SIyUyI/AAAAAAAADK0/jUVx8SJbnhE/s400/20150528_234627.jpg" width="400" /></a></div>
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Per un'infarinatura generale sul vitigno rimando a questo <a href="http://www.diwinetaste.com/dwt/it2004073.php" target="_blank">link</a>.</div>
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Quello che insegnano ad ogni corso di degustazione è che il Pinot Nero è un vitigno difficile. Vuole un clima fresco, asciutto, con notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte, tante ore di luce, territorio drenante e sassoso-calcareo, ed è tremendamente vulnerabile a tutte le più classiche malattie della vite. La raccolta deve assecondare perfettamente la sua lenta maturazione, e in cantina porta un colore quasi cerasuolo e pochi tannini, tanto che alcuni produttori gettano nella pigiatrice anche parte dei raspi per compensare la scarsa carica tannica delle bucce. Il succo dell'uva è perfettamente bianco trasparente e inodore. La magia avviene in vinificazione.</div>
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Riporto qualche appunto sparso direttamente dal mio telefonino, improvvisato block notes.</div>
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<b><a href="http://www.saintclair.co.nz/" target="_blank">SAINT CLAIR MARLBOROUGH PINOT NOIR 2013</a></b><br />
Pinot di una zona tra Marlborough e Waipara, nel nord dell'Isola sud della Nuova Zelanda. Quasi tutti i vini qua hanno lo <a href="https://static.squarespace.com/static/5316c649e4b025dd261e1b79/5366e0efe4b08d8aec761aee/5366e0f0e4b08d8aec761c31/1313043617063/1000w/screw%20cap.jpg" target="_blank">screw cap</a>. Terreno calcareo collinare sottosuolo argilloso, grande escursione giorno notte. Profumi intensissimi. Uva monovigneti di Omaha valley. 30 barrique di primo, il resto di 2-3 passaggio. Vendemmia ritardata x lenta maturazione poi 5 giorni di raffreddanento prima della fermentazione. Rubino brillante piccoli frutti rossi noce moscata pepe bianco. Speziato, amarena, ribes rosso. Elegante giovane persistente. Sapido e polveroso,astringente ma non amaro. Vino magnifico.<br />
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<b><a href="http://www.ventisquero.com/nuestros-vinos/ventisquero/queulat/pinot-noir/" target="_blank">VINHA VENTISQUERO PINOT NOIR "QUEULAT" 2011</a></b><br />
Nei vigneti tra le Ande e il Pacifico la fillossera non è mai arrivata. I vitigni sono tutti quindi a "piede franco". Il clima gode di un'ottima escursione tra il giorno e la notte e della ventilazione continua da parte delle correnti oceaniche, in particolare dalla <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_di_Humboldt" target="_blank">Corrente di Humboldt</a>. Questo vino è prodotto nel nord del Cile, nella Valparaiso, tra Casablanca e Santiago del Cile, dove il clima ricorda molto quello delle zone più fresche del mediterraneo. I cileni sono veri maghi nell'arte dell'irrigazione a goccia e nella canalizzazione, maestria importantissima se si vuole coltivare adeguatamente un'uva come il pinot nero, che odia i ristagni d'acqua. 70 % barrique x 10 mesi, 30 % in acciaio.<br />
Leggermente più "colorato" del neozelandese che era molto scarico. Attacco decisamente erbaceo vegetale, salmastro fin quasi alla salamoia. Poi spezie, pepe, e un frutto rosso che conquista spazi minuto dopo minuto. Molto meglio in bocca che al naso. Chiude balsamico e mentolato.<br />
Meno longevo ed elegante del primo. Ad ogni modo un buon vino che necessita di adeguata areazione per accordare al meglio le sue complessità.<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-m4DMChdq5ZE/VWjfm26zP_I/AAAAAAAADLE/Lo3pC7ySbt0/s1600/20150528_220409.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-m4DMChdq5ZE/VWjfm26zP_I/AAAAAAAADLE/Lo3pC7ySbt0/s320/20150528_220409.jpg" width="192" /></a><b><a href="http://www.meerlust.co.za/Wine.aspx?WINEID=31235&CLIENTID=1144" target="_blank">STELLENBOSCH MEERLUST PINOT NOIR 2012</a></b><br />
Anche nell'entroterra di Cape Town le escursioni diurne sono marcate e i vigneti beneficiano della ventilazione dei venti oceanici, come il <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Cape_Doctor" target="_blank">Cape Doctor</a> proveniente dall'Oceano Indiano, che prima di giungere tra i filari viene naturalmente "dissalato" dalle ricche foreste del "bosco di Stellen".</div>
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In questa punta del Sudafrica abbiamo il maggior numero di ore di sole al mondo. La ricchezza dei suoli è enorme, con una collezione di circa 50 tipi di composizioni diverse, varietà dovuta al fatto che si tratta di terre derivanti direttamente dalla pangea, il continente primordiale che ancora non aveva dato il via alla deriva dei continenti. Nel complesso si tratta di terreni poco fertili, ricchi di granito e drenanti. Quindi perfetti per la viticoltura.</div>
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Diraspate, le uve vengono spremute e fatte fermentare in acciaio con un veloce passaggio in barrique, mentre la malolattica avviene in botti grandi. Maturazione: 50 % botti di allier e 40% in rovere x 10 mesi. Al momento è decisamente il "più borgognone" dei tre.<br />
Grande, grande struttura data dal 14% di alcol.<br />
Piccoli frutti rossi. Ribes,lamponi. Muschio e spezie, chiodo di garofano,liquirizia. Pieno opulento strutturato. Nota boisé piacevolissima. Ottima freschezza che fa salivare e tannino meraviglioso, associato a una grande sapidità. <br />
Lunga la persistenza...</div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-56pd_xuyXTU/VWjnM5oT3-I/AAAAAAAADLU/I1ZCRAwKPz4/s1600/20150528_222818.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-56pd_xuyXTU/VWjnM5oT3-I/AAAAAAAADLU/I1ZCRAwKPz4/s320/20150528_222818.jpg" width="192" /></a></div>
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<a href="http://www.domainedrouhin.com/en/" target="_blank"><b>DOMAINE DROUHIN DUNDEE HILLS PINOT NOIR 2011</b></a></div>
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"Anima francese, suolo dell'Oregon", recita la traduzione dello slogan aziendale, che rende bene l'idea di quanto in quella che per molti coloni americani dell'est era la Terra Promessa il sodalizio vitivinicolo con la Francia mostri al mondo i propri orgogliosi prodotti.</div>
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In effetti questo è un vino perfetto, talmente elegante e raffinato da peccare quasi in personalità. Carattere ne ha invece da vendere. In questa vallata nel nord del Paese, un tempo occupata dal mare, la viticoltura ha una storia recente, risalente al 1975. Da allora le aziende vinicole hanno bruciato le tappe, dando vita a dei Pinot Nero che, ricorda Guido Invernizzi, negli ultimi anni "le hanno suonate non di rado ai grandi di Borgogna".</div>
La maturazione molto lenta spinge la vendemmia fino alla prima decade di novembre. Una volta raccolte, le uve vengono diraspate e vinificate, inizia la lunga fermentazione effettuata anche in barrique francesi nuove per il 20%. Rubino scarico, naso ricco e raffinato, con una totale corrispondenza al gusto delle note di piccoli frutti rossi, amarene, pepe, sottobosco. Elegantissimo l'abbraccio tra le componenti acide, tanniche e sapide. Ricorda in maniera impressionante i Nuits-Saint-Georges della cote de nuits. Un vino tagliente e carezzevole. Perfetto e longevo.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-c_qDzkkeYxc/VW9jQjfg7lI/AAAAAAAADL0/1WLYQXlaTNU/s1600/20150528_224409.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-c_qDzkkeYxc/VW9jQjfg7lI/AAAAAAAADL0/1WLYQXlaTNU/s320/20150528_224409.jpg" width="192" /></a><br />
<a href="http://yardenwines.com/" target="_blank">YARDEN PINOT NOIR 2009</a><br />
In Israele i coloni francesi hanno dato il "là" nel'800 a un percorso vitivinicolo che oggi ha raggiunto vette di assoluto rispetto.<br />
Sulle contese alture del Golan il barone Rotschild ha comprato terre e impiantato vigneti, fiducioso che quella terra ricca di componenti vulcaniche, di tufi e basalti, potesse essere la base per una nuova colonia vitivinicola. Su queste montagne il clima offre escursioni termiche tali da riuscire a produrci anche l'Eiswein, il "passito di ghiaccio".<br />
Questo terroir offre ottime condizioni di crescita per il pinot nero. Questo vino è stato affinato per il 70% in barrique nuove, per il 30 di secondo passaggio. Colore rubino scarico con riflessi granati, ha profumi intensi e complessi di fragoline di bosco, erbe officinali aromatiche, liquirizia. Sensazioni che tornano n bocca, incastonate in una grande struttura di buona persistenza. Un vino davvero ben fatto.<br />
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<a href="http://www.louis-lequin.com/" target="_blank">SANTENAY AOC LOUIS LEQUIN "LES CHARMES" 1999 </a><br />
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Questo viaggio non poteva che terminare in Borgogna, dove tutto ebbe inizio ai tempi dei Romani, e dove l'attuale estrema parcellizzazione dei "clos" nacque dalla confisca terreni al clero da parte della Rivoluzione francese. Questo vino del sud della cote de Beaune è ancora in perfetta salute cromatica e gusto olfattiva a distanza di 16 anni. I profumi sono intensi, complessi ed eleganti e spaziano dalla frutta rossa matura, al tabacco, alla terra e al cuoio, al tartufo. Molto interessante la nota ferrosa.<br />
In bocca è imponente e ancora freschissimo, e invita alla beva, ancora e ancora.</div>
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Dopo tutti questi assaggi saltando da un oceano all'altro c'era il rischio di annegare.</div>
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Ma, come chiosa Guido Invernizzi, <i>"Se proprio devi annegare,meglio farlo nel vino che nel mare!"</i>.</div>
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Non fa una piega.</div>
Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-66097436921647452102015-03-24T17:47:00.000+01:002015-03-24T17:53:45.032+01:00Orcaio Super<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-aKL7z2TLSzA/VRGNI_8Y40I/AAAAAAAADIg/LRdCti9rlKY/s1600/orcaio2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-aKL7z2TLSzA/VRGNI_8Y40I/AAAAAAAADIg/LRdCti9rlKY/s1600/orcaio2.jpg" height="320" width="192" /></a></div>
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Non amo particolarmente i vini da uve sangiovese. Anzi, per la verità, amo il volto rustico e beverino del Sangiovese, quello del tradizionale fiasco di Chianti da tracannarsi davanti a una zuppa di farro oppure il Morellino affatto pretenzioso prima dell'avvento della "barrique a tutti i costi", quello da accompagnare a un bel tagliere di finocchiona e caciotta toscana.<br />
Però ben vengano le eccezioni. Soprattutto quando si tratta di fuoriclasse come questo Super Tuscan , dell'azienda Pianese, di <a href="http://www.capalbiodoc.it/pianese.html" target="_blank">Capalbio</a>, con vigneti tra l'Argentario e l'Amiata. Il mare a ovest, i cinghialuti rilievi boscosi e il confine con il Lazio a nordest. <br />
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Non più di due settimane fa ho stappato l'annata 2006 ed è stata davvero esaltante, paragonabile a un buon Brunello. Nella scheda dell'azienda leggiamo <i>"Orcaio e' frutto di una selezione di uve Sangiovese aziendali, vitigno
da sempre coltivato nell'entroterra della Maremma. Matura in piccoli
fusti di rovere francese per 18 mesi prima dell'affinamento in
bottiglia... Capacità di invecchiamento: 15-20 anni".</i><br />
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<i> </i><a href="http://2.bp.blogspot.com/-Jbi_yd1wJ_o/VRGNI9h95GI/AAAAAAAADIc/JkhQnXSUP_4/s1600/orcaio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Jbi_yd1wJ_o/VRGNI9h95GI/AAAAAAAADIc/JkhQnXSUP_4/s1600/orcaio.jpg" height="192" width="320" /></a>Se la freschezza standard è quella del 2006, non stento a crederlo. Nove anni e non sentirli, anche se a onor del vero la sensazione è che ormai, in vista della decade, stia per raggiungere la vetta del suo momento migliore e stia ormai per scollinare. Al momento non c'è alcuna incrinatura, è come un giovane quarant'enne che ha ancora il vigore dei trent'anni e l'esperienza e il fascino degli "anta".<br />
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<b>Toscana Igt Sangiovese "Orcaio" 2006</b><br />
Colore rosso rubino scuro, profondo e brillante, rotea nel calice con una bella consistenza che si avviluppa al cristallo in densi glicerici gironi danteschi.<br />
Al naso è intenso ed elegante, molto complesso e fine. Cilegiona e amarene in esordio a braccetto con le note di liquerizia, sulle quali vanno a innestarsi subito sensazioni di cuoio, tabacco dolce e pepe nero, con sfumature di ciclamini appassiti e sottobosco. In bocca è corposo, avvolgente, caldo e morbido e di viva acidità intessuta in un tannino muscoloso ma elegante, come uno Schwarzenegger sorridente e vestito a festa.<br />
Il finale è lungo e appagante, e lascia in bocca il sapore del nocciolino delle amarene sotto spirito.<br />
Dico la verità, il vino era talmente buono che mi sono dimenticato il menu. Potrebbe essere addirittura ideale a fine pasto in compagnia di formaggi stagionati o di un prosciutto toscano stagionato tagliato grosso con il coltello, ma sicuramente trova il suo connubio ideale con delle pappardelle al ragù di lepre o con un cinghiale arrosto o in salmì.<br />
<a href="http://www.enotecapirovano.com/PRODOTTI/sott_cat.php?ricercatxt=orcaio" target="_blank">In un'enoteca brianzola l'ho trovato a circa 20 euro</a>.<br />
<b>Voto: 92</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-5971865546080532502015-01-20T14:14:00.002+01:002015-01-22T13:35:59.284+01:00Nuova guida Ais: dalla vite al grappolo andata e ritorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-M-C6ONRCI24/VL5L5ZEfZFI/AAAAAAAADF4/CqIUFK8mCAo/s1600/Copertina_GUIDA_VITAE.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-M-C6ONRCI24/VL5L5ZEfZFI/AAAAAAAADF4/CqIUFK8mCAo/s1600/Copertina_GUIDA_VITAE.jpg" height="320" width="188" /></a></div>
La settimana scorsa è arrivata per posta la nuova Guida dei Vini 2015 dell'<a href="http://www.aisitalia.it/" target="_blank">Associazione italiana sommelier</a>. Dopo l'intermezzo dell'ibrido 2014, più smilzo e con una sezione gastronomica dedicata ai ristoranti, torna più corposa che mai la guida enologica più prestigiosa in circolazione.<br />
Finisce definitivamente, per i soci e i lettori, l'<a href="http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=32620" target="_blank">incubo della gestione "alla romana" di Franco Maria Ricci</a>, storico editore e presidente dell'associazione.<br />
Stando invece alla nuova Bibbia dell'eno appassionato, dopo il formato "mattonazzo" che forse non si era mai visto nemmeno nei tempi d'oro pre-crisi, balza all'occhio la maggiore scientificità del testo e della grafica. Recensioni concise senza troppi fronzoli o pompose lodi alle aziende, giudizi più critici e imparziali, assenza di alcuni campioni indiscussi per dare maggiore visibilità ai prodotti meno noti delle stesse case vinicole. Insomma: bastano pochi giri di pagina per percepire netta la sensazione di serietà e professionalità, che si erano un po' perse per strada, sacrificate al marketing di <a href="http://www.intravino.com/grande-notizia/facciamo-un-po-di-chiarezza-su-ais-ais-roma-bibenda-e-fis-manca-qualcosa-nel-bibendagate/" target="_blank">Bibenda</a>.<br />
Unica nota discutibile: il logo bruttino che ha sostituito il vecchio "grappolo" a premiare in numero crescente la qualità dei vini. I migliori non hanno più i 5 grappoli bensì le "t" della scritta <i>vitae </i>in copertina. Confidando in un logo più carino e creativo per il 2016, speriamo che la rinuncia al "grappolo" sia stata l'ultima concessione alla vecchia gestione padronale dell'associazione. Un "cavatappino" già andrebbe meglio. Ma poi, dico io, abbiamo il caro, vecchio taste vin...usiamolo!Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-45733945086659735042015-01-13T16:33:00.000+01:002015-01-14T12:53:47.814+01:00Rosso di montagna biologico<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-VrrU-tdgmTI/VLU0296EziI/AAAAAAAADFo/favYlvkFulo/s1600/20141206_130643.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-VrrU-tdgmTI/VLU0296EziI/AAAAAAAADFo/favYlvkFulo/s1600/20141206_130643.jpg" height="192" width="320" /></a></div>
Petit rouge con l'aggiunta di un "quartino" di cornalin, fumin e premetta, tutte uve autoctone valdostane. Questa la ricetta dell'uvaggio del Torrette Supérieur della cantina della famiglia <a href="http://www.grosjean.vievini.it/index.php?lng=0" target="_blank">Grosjean</a>, storici vignaioli in quel di Quart che ormai da quarant'anni hanno imboccato con successo la strada del biologico.<br />
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<b>Vallée d'Aoste Doc Torrette Supérieur "Vigne Rovettaz" 2012</b><br />
Questo vino stupisce subito per il colore rosso rubino scuro, con leggere sfumature volacee, è molto denso e consistente e ha profumi intensi di buona complessità che spazia dai piccoli frutti di bosco maturi, in particolare le more e i ribes, virando sulla confettura di amarene per poi imboccare una via floreale e di spezie dolci assolutamente accattivante. In bocca queste note dolciamare sono sostenute da un tannino maturo e soprattutto da una viva acidità che rende ogni assaggio fresco e appagante. Anche la persistenza è di tutto rispetto, per un vino territoriale assolutamente equilibrato e ben riuscito, che seduce senza ruffianerie e parla la lingua inconfondibile di questi luoghi di montagna meravigliosamente esposti a sud su pendii che offrono un'incilinazione ottimale ai raggi solari.<br />
Un vino ottimo per un "tutto pasto" con piatti saporiti, ideale accostamento di primi piatti con ragù e con secondi di carne, soprattutto brasati e umidi, anche di cacciagione e selvaggina da piuma e da pelo.<br />
<b>Voto: 86</b> Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-10458958901876204412015-01-05T22:45:00.002+01:002015-01-05T22:56:16.680+01:00Oltrepo d'autore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-CKWE7m055CY/VKsCHKJ3aII/AAAAAAAADFU/mM4fACfbC2s/s1600/bisio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-CKWE7m055CY/VKsCHKJ3aII/AAAAAAAADFU/mM4fACfbC2s/s1600/bisio.jpg" height="320" width="191" /></a></div>
Visto che nel post precedente ho fatto dell'ironia cattivella e superficialotta sulla qualità dell'offerta vinicola dell'Oltrepo, faccio subito parzialmente ammenda e scrivo due righe sul Metodo Classico di una delle mie aziende preferite,<a href="http://www.bisiodevis.com/index.php/en/" target="_blank"> Bisio Devis</a>, 9 ettari di vigneti a metà della collina su cui sorge il borgo arroccato di Montalto Pavese.<br />
Da quando l'ho scoperta due anni fa, non ho ancora trovato un'altra casa vinicola pavese lontanamente paragonabile per qualità ai vini di quest'<b>azienda biologica</b>.<br />
Una visita in cantina val bene la strada tortuosa e panoramica che sale verso la cittadella, soprannominata la "regina dell'Oltrepo" proprio per via della sua posizione dominante la brumosa campagna sottostante. Ad accogliervi non troverete asettiche sale di degustazione ma una famiglia disposta ad aprire le porte della sua cantina di vinificazione per degli assaggi un po' spartani ma quanto mai genuini, sia per spontaneità sia per l'alta qualità dei prodotti. Provateli tutti, anche perché hanno prezzi assolutamente competitivi.<br />
Imperdibili per il mio gusto la Bonarda e la Barbera, dai profumi esuberanti e dall'elegante e sontuosa vinosità, così come il Riesling, benché io non ami questo bianco pavese. Ben fatto, infine, questo Pinot Nero spumantizzato, dimostrazione che anche in Oltrepo questa uva difficile può, se trattata bene, dare vita a egregie bollicine. Puntualizzazione dovuta al rapporto conflittuale tra il sottoscritto e il metodo classico pavese, esacerbato in occasione di <a href="http://www.newsfood.com/oltrepo-pavese-il-vinitaly-si-veste-di-rosa/" target="_blank">un Vinitaly di qualche anno fa</a> durante il quale venne presentato in pompa magna l'esordiente <a href="http://www.vinoltrepo.it/cruase.asp" target="_blank">Cruasé </a>delle più rinomate aziende del consorzio, di cui ancora ricordo una varietà di puzzette e saporacci a dir poco imbarazzanti.<br />
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<b>Bisio Devis Oltrepo Pavese Doc Pinot Nero Brut Metodo Classico</b><br />
Colore giallo paglierino cristallino, ha spuma di buona finezza e persistenza e profumi fini di noccioline tostate, crosta di pane, agrumi e fiori di tiglio. In bocca ribadisce quanto offerto al naso, in una carezza di cremosa freschezza di discreta persistenza. Io, in onore della tradizione delle risaie della vicina Lomellina, l'ho bevuto assieme a un risotto con provola affumicata e pomodori secchi, col quale si è legato alla perfezione. Tuttavia, non avendo particolari punte aromatiche o di acidità, ce lo vedo benissimo a tutto pasto, a cominciare dalle torte salate per finire con dei crostacei alla griglia. Si tratta infatti di uno spumante gradevole, non meritevole da solo di una domenica in collina, ma certamente un valente esemplare di quanto di buono e onesto la denominazione può offrire in ambito spumantistico concentrandosi più sulla presa di spuma che sulla pompa magna... <b>Voto: 82</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-72385631685980071522014-12-29T13:04:00.003+01:002015-01-05T22:56:27.657+01:00Sorprendente metodo classico bergamascoLa Franciacorta è poco più a sud-est, distante una ventina di km, ed è tutta bresciana. Qui siamo prima del lago di Iseo, a Cenate Sotto, in piena terra bergamasca. Eppure questo <a href="http://www.osvaldomurri.it/index.php?option=com_content&task=view&id=775&Itemid=45" target="_blank">pluripremiato spumante</a> metodo classico dimostra un caratterino degno dei più pregiati cugini bresciani Docg.<br />
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-JOt9UP1FvIQ/VKFBGMgq9DI/AAAAAAAADFE/hw5TAFczs-w/s1600/caminella.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-JOt9UP1FvIQ/VKFBGMgq9DI/AAAAAAAADFE/hw5TAFczs-w/s1600/caminella.jpg" height="320" width="191" /></a><b><a href="http://www.tuttostore.it/it/gastronomia/vino/brut/az-agr-caminella/216-ripa-di-luna-brut-millesimato-.html" target="_blank">Brut Metodo Classico 2010 "Ripa di Luna"</a> - az. agr. Caminella</b><br />
A lavorare per il pubblico a Pavia sotto le feste si finisce per fare incetta di bollicine dell'Oltrepo che, per esser buoni, il mio gusto giudica spesso indegne per il palato e lo stomaco umani. Fortuna che, alle volte, arriva anche qualcosa di buono da altrove.<br />
E' il caso di questo metodo classico che l'azienda <a href="http://www.caminella.it/" target="_blank">Caminella</a> produce in quel territorio calcareo pedemontano nei pressi di Cenate Sotto, quei "Sas de la luna" esposti al sole e asciugati spesso dal vento tiepido e secco che soffia dalle Orobie poco più a nord, il Fohn.<br />
Figlio dell'annata favorevole del 2010, è il frutto di una cuvée tra chardonnay (90%) con quel tocco di pinot nero a dare ulteriore struttura e complessità al vino.<br />
Colore giallo paglierino cristallino, ha bollicine finissime e persistenti e un naso vivo e accattivante che invita subito all'assaggio. Le note fragranti di lievito sono sospinte da un agrume spumeggiante, dall'aroma della frutta esotica matura e da una mineralità che, per il gusto personale, è il vero punto di forza di questo metodo classico di ottima finezza e complessità. L'assaggio è accattivante e di carattere, freschissimo e sapido, con note lievi di pasticceria che arricchiscono senza appesantire, e un finale di agrume maturo che invita a portare di nuovo il calice alle labbra. Uno spumante davvero ben fatto, che ho abbinato a Natale con vari antipasti di pesce, come il salmone affumicato con i riccioli di burro, o le cappesante in foto con le quali si è sposato a meraviglia. Sconsigliato sui salumi troppo saporiti per via della sospinta acidità e sapidità del vino che farebbe a gomitate con il sale e le spezie di certi affettati. Consigliatissimo invece con un Prosciutto di Parma o di San Daniele, con dei crostini con il fegato d'oca oppure a fine pasto con un bel pezzetto di Parmigiano stagionato almeno 24 mesi.<br />
<b>Voto: 90</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-73738730358209093742014-11-21T16:15:00.002+01:002014-11-21T16:18:29.530+01:00Fay una sera a Bergamo altaBergamo, come tutte le città con una doppia anima data dalla dicotomia storica ed estetica tra un nucleo "alto" e uno, più moderno, "basso", è un capoluogo dalle mille sorprese, spesso celate dietro l'angolo di un vicoletto come tanti.<br />
E' il caso della Trattoria Le Tre Torri, posta in città alta nella graziosissima Piazza Mercato del Fieno, che propone un menu tipico bergamasco molto amato, cosa fondamentale, non solo dai forestieri ma soprattutto dai bergamaschi, popolazione molto godereccia soprattutto dal punto di vista culinario.<br />
Oltre a proporre un menu a base di piatti forti come i classici <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Casoncelli" target="_blank">casoncei</a>, stinchi di maiale e brasati con i funghi e l'immancabile polenta taragna, questa trattoria ha anche una carta di vini ristretta ma ben congegnata. L'ultima volta che ci siamo stati abbiamo puntato su un nebbiolo valtellinese "sui generis", il Sassella di <a href="http://www.vinifay.it/index.html" target="_blank">Fay</a>.<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-_5L6lzpSCm4/VG9T37ovMwI/AAAAAAAADEY/AbLBjAgA6FE/s1600/DSC_0188.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-_5L6lzpSCm4/VG9T37ovMwI/AAAAAAAADEY/AbLBjAgA6FE/s1600/DSC_0188.jpg" height="320" width="180" /></a></div>
<b>Sandro Fay - Valtellina Superiore Docg Sassella 2011</b><br />
Un valtellinese particolare perché, in Sassella e Valgella, dove il sig. Fay e suo figlio Marco, enologo appassionato della Borgogna, hanno i loro vigneti, il loro nome è legato alla ricerca di rossi più delicati ed eleganti rispetto ad altri conterranei più muscolosi e ruvidi. Impressione confermata anche da questo Sassella che ci ha fatto compagnia dai casoncelli con il guanciale saltato, fino al coniglio arrosto con polenta e funghi porcini.<br />
Colore rosso rubino scarico con sfumature arancio e di bella consistenza, profumi di piccoli frutti rossi, viole, tabacco e sottobosco. In bocca è caldo e armonioso, con un tannino pienamente maturo che invita alla beva. Non eccezionale la persistenza anche perché comunque non ci troviamo di fronte al "<a href="http://www.vinifay.it/il-glicine.html" target="_blank">Glicine</a>", Sassella di punta dell'azienda, bensì al prodotto base, ma comunque un vino ben fatto, piacevole e perfetto con un menu di questo tipo. Con altre portate tipo "cervo in salmì" sarebbe certamente consigliabile salire di struttura. <b>Voto: 84</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-37191729883319143522014-11-17T16:14:00.000+01:002014-11-17T16:18:16.268+01:00Pizzoccheri e bollicine da rivedere<a href="http://1.bp.blogspot.com/-9nMMkoxyeQg/VGoNDNycExI/AAAAAAAADEA/2qCgE1emQbk/s1600/20141116_130311.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-9nMMkoxyeQg/VGoNDNycExI/AAAAAAAADEA/2qCgE1emQbk/s1600/20141116_130311.jpg" height="320" width="192" /></a>Da qualche anno uno degli abbinamenti enogastronomici più riusciti e in voga presso le serate di degustazione invernali proposte da vari ristoranti lombardi, accosta la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cassoeula" target="_blank">cassoeula</a>, tipico piatto della tradizione brianzola a base di carne di maiale e verze, allo Champagne. Del resto la finissima effervescenza e la freschezza del re degli spumanti ben si prestano ad esaltare la tendenza dolce di questo piatto robusto e popolare.<br />
E allora perché non provare a proporre un altro abbinamento simile, mettendo tra noi e la bottiglia di metodo champenois un bel piatto di pizzoccheri valtellinesi?<br />
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Per l'occasione abbiamo scelto però il re degli spumanti italiaci, il Franciacorta Docg, precisamente l'Extra brut de La Montina, acquistato direttamente in cantina non più di un mese fa. Vediamo com'è andata.<br />
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<a href="http://www.lamontina.it/" target="_blank">Franciacorta Docg Extra Brut La Montina</a><br />
Non male, decisamente non male. La freschezza e la ricca effervescenza di questo spumante prodotto <span class="st">a Monticelli Brusati </span>nella tenuta storicamente di proprietà della famiglia <span class="st">Montini, che ha dato i natali al <i>Papa</i> Paolo VI fresco di beatificazione, ben si presta ad esaltare la tendenza dolce data dalla pasta del pizzocchero ma soprattutto dalle patate e dal formaggio. Così come i vivaci profumi agrumati e di crosta di pane valorizzano gli aromi del piatto, molto profumato. In realtà però questo pizzocchero non è venuto per la verità granché, perché troppo ricco di acqua di cottura e di formaggio latteria molto fresco che insieme hanno dato </span><span class="st"><span class="st"> al piatto una </span></span><span class="st"><span class="st"><span class="st">succulenza</span> </span>eccessiva. Di conseguenza si è avvertita netta la mancanza della componente tannica ed alcolica, capace di fare a spallate alla pari con la robustezza del pizzocchero. Insomma, va bene l'esperimento ma un buon rosso ruvido valtellinese sarebbe stato ancora la soluzione canonica più consigliata per questo piatto. Anche se l'accostamento Extra Brut - pizzocchero è stato tutt'affatto sgradevole, anzi. Ma contro burro e formaggio fuso ci vuole altro che questo pur buon Franciacorta.</span>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-49844544117314627232014-11-11T17:00:00.000+01:002014-11-11T17:01:53.587+01:00Trattoria rara a Pavia<br />
La cosa curiosa è che,fino a dieci minuti prima di capitarci x caso
davanti,si stava discutendo sull'assoluta mancanza a Pavia di una
genuina e onesta trattoria-osteria, quando, inaspettatamente, ci siamo ritrovati davanti all'insegna de <a href="http://www.trattoriaangolodicasa.it/" target="_blank"><b>L'angolo di casa</b></a>, in Piazza XXIV Maggio, 1.<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-VLK178-q90w/VGItq-ERwwI/AAAAAAAADDs/6UYkYhON4RA/s1600/20141031_220630.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-VLK178-q90w/VGItq-ERwwI/AAAAAAAADDs/6UYkYhON4RA/s320/20141031_220630.jpg" width="192" /></a>Lontana dallo squallido struscio, posta in una piazzetta a un crocevia dei vicoli che dal Ticino
- e dai parcheggi - salgono nel centro storico, questo locale unisce
splendidamente quella sobrietà e quel calore tipico dei locali di una
volta, a una gestione giovane attenta ai particolari come una cucina
casereccia genuina, la musica soffusa e piacevole e una scelta dei vini
fatta con criteri precisi. Certo, su alcune cose si può ancora
migliorare, per esempio sulla doratura dello gnocco fritto e sulla scelta dei salumi da accompagnarvi, dando
più spazio a prosciutto e culatello sacrificando la meno nobile
mortadella, ma se non altro il rapporto qualità prezzo è super
competitivo in una città dai locali pretenziosi quale è Pavia. Ottimi i
ravioli di brasato e i dolci fatti in casa. E il vino? Onorando l'abbinamento territoriale abbiamo optato per un autoctono pavese, quell'<a href="http://www.quattrocalici.it/vitigni/uva-rara" target="_blank">uva rara</a> che, unita alla croatina e alla barbera, rientra in percentuali minori nell'uvaggio della Bonarda e che, in purezza, non avevo mai assaggiato prima.<br />
<br />
<a href="http://www.pietrotorti.it/index.html" target="_blank"><b>Provincia di Pavia Igt Pietro Torti Uva Rara 2013</b></a><br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-Jzp2RWYXm-Y/VGItnEUj90I/AAAAAAAADDk/1TA16yUlus8/s1600/20141031_220523.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-Jzp2RWYXm-Y/VGItnEUj90I/AAAAAAAADDk/1TA16yUlus8/s320/20141031_220523.jpg" width="192" /></a>Colore rosso violaceo molto scuro e denso, di discreta consistenza, al naso si presenta con un intenso aroma di viole e piccoli frutti rossi su un tessuto speziatissimo e selvatico. Un bouquet che è la nota distintiva dei rustici rossi della zona, e che è gradevolissima se ben equilibrata, come in questo caso. In bocca ha un frutto di eccellente freschezza che invita alla beva e aiuta a gustare meglio tutto ciò che la tradizione padana può offrirci a tavola, a partire dai salumi ai quali si accompagna bene anche per la not speziata, passando per tortelli e tortellini per arrivare, chi ce lo vieta, anche a qualche bollito misto. Davvero un ottimo vino tipico e rispettoso del terroir.<br />
<br />Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-20906469949374436962014-11-10T16:42:00.002+01:002014-11-10T16:42:54.324+01:00Cimice didattica<a href="http://2.bp.blogspot.com/-ePthhbpWeYI/VGDZnVjM77I/AAAAAAAADDM/WKwDr3CDigs/s1600/20141104_203416%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ePthhbpWeYI/VGDZnVjM77I/AAAAAAAADDM/WKwDr3CDigs/s1600/20141104_203416%5B1%5D.jpg" height="192" width="320" /></a>Curioso, che proprio quest'anno climaticamente strano anche per la scarsa presenza delle consuete cimici che sono solite intrufolarsi nelle nostre abitazioni attraverso il bucato steso e ritirato, è capitato di portare in tavola un vero e proprio <i>succo di cimice</i>.<br />
Il cavallo di Troia è stato un Pinot Nero dell'Oltrepo, che mi è stato regalato e presentato come <i>vero succo d'uva</i>...<br />
<br />
Ora, estimatori e detrattori a parte dell'espressione pavese di quell'uva scontrosa e volubile che è il pinot nero, interessa in questa circostanza prendere nota di uno dei più didattici difetti del vino di cui si parla nei corsi di degustazione, e che tuttavia, per fortuna, non è così come frequente come la classica "puzza di tappo" o di "straccio bagnato".<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NTpUp9zdO3Q/VGDaaC0GlMI/AAAAAAAADDU/3jg3yPTZA8o/s1600/20141104_203435%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-NTpUp9zdO3Q/VGDaaC0GlMI/AAAAAAAADDU/3jg3yPTZA8o/s1600/20141104_203435%5B1%5D.jpg" height="320" width="192" /></a></div>
<b>Difetto di fermentazione</b><br />
Come possiamo facilmente <a href="http://www.agricoltura.regione.campania.it/pubblicazioni/pdf/vino_territorio.pdf" target="_blank">leggere su internet</a>, la colpa di questa terribile sensazione olfattiva è dovuta a un ceppo di alcoli superiori che si sviluppano durante la fermentazione, riconducibili a una sorta di sensazioni "erbacee distorte" che ricordano in maniera inequivocabile, appunto, la puzza delle cimici quando vengono schiacciate.<br />
Il problema è che questo Pinot Nero pavese all'inizio si è presentato nel bicchiere con una bella effervescenza accompagnata da degli odori "confusi" ma per nulla sgradevoli. Se non fosse che, svanita dopo qualche attimo l'effervescenza iniziale, ha cominciato subito ad emanare il vomitevole difetto. Niente, cena rovinata, bottiglia nel lavandino. Pinot nero pavese rimandato a settembre dell'anno prossimo, quando le cimici, si spera, svaniranno dal vino e torneranno nell'atmosfera. Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-63125519172024539052014-08-12T17:31:00.001+02:002014-08-13T12:00:37.406+02:00Weingut Hanka, ospitalità renana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-DV8uB-prKOk/U-owSfKW_iI/AAAAAAAADBU/XgR8gMF2bzE/s1600/IMG_2674.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-DV8uB-prKOk/U-owSfKW_iI/AAAAAAAADBU/XgR8gMF2bzE/s1600/IMG_2674.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
Il nostro breve tour nel Rheingau (vedi post precedente) è incominciato dal celeberrimo <a href="http://kloster-eberbach.de/" target="_blank">Kloster Eberbach</a>, monastero benedettino al cui interno sono state girate le scene del film Il nome della rosa, al quale però dedicherò il prossimo post. Faccio quindi un salto avanti di una giornata e andiamo a Johannisberg, considerato da molti il territorio più vocato per il Riesling renano e località nel comune di Geisenheim, che ospita una delle più importanti scuole di enologia del mondo. Nota anch'essa per l'omonimo monastero da dove mosse i primi passi la viticoltura renana dopo l'input iniziale dato dai romani, Johannisberg è una piccola frazione di mezza collina, dove domina lo "<a href="http://www.schloss-johannisberg.de/" target="_blank">Schloss</a>", il castello, che si sviluppò dall'antico monastero. Qui, per caso, nel corso del 1700 nacque l'abitudine di vinificare le uve intaccate dalla muffa nobile, che danno quel tratto dolce così caratteristico dei vini renani, dagli "spatlese" ai vari "auslese".<br />
Oggi il castello, che ancora offre il nome alle etichette dell'omonima casa vinicola, è sede di importanti eventi e conferenze. Noi siamo invece ridiscesi un pochino verso la strada principale e abbiamo fatto visita alla famiglia degli <a href="http://www.weingut-hanka.de/" target="_blank">Hanka</a>, il cui stile, in quanto ad ospitalità e capacità enologica, è quanto di meglio l'enonauta possa chiedere ai propri viaggi.<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-t14cI9Tu4wU/U-ow_ePLulI/AAAAAAAADBc/e3nSOIvq_bA/s1600/IMG_2675.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-t14cI9Tu4wU/U-ow_ePLulI/AAAAAAAADBc/e3nSOIvq_bA/s1600/IMG_2675.jpg" height="200" width="150" /></a></div>
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La presentazione dell'azienda ve la lascio leggere sul sito internet o sul profilo <a href="https://www.facebook.com/WeingutHanka" target="_blank">facebook</a>, qui andiamo subito alla sostanza. Prima di tutto, rispetto ad altre zone d'Italia assai meno blasonate o alla super celebrata Borgogna, stupiscono la semplicità e la cordialità da parte di una famiglia che apre la porta di casa a due giovanotti la cui competenza potrebbe essere misera quanto la disponibilità economica. Invece Sigrid Hanka e suo figlio Sebastian, enologo, ci fanno accomodare a un tavolino e ci fanno assaggiare a nostro piacimento tutto ciò che indichiamo loro sulla lista della loro produzione. Proviamo un Riesling Trocken, uno Spatlese Feinherb, un Kabinett e un Auslese. Per pudore - e tasso alcolico ormai sopra i livelli di guardia - evitiamo di continuare la nostra "messa all'indice" verso i più impegnativi e costosi Beerenauslese e <a href="http://www.winespectator.com/glossary?page=1&submitted=Y&word=TBA&commit=Find+it" target="_blank">TBA</a>. Ma siamo sicuri che i due non avrebbero fatto una grinza e avrebbero seguitato a servirci quanto richiesto.<br />
C'è da dire, a onor del vero, che sarebbe stato alquanto strano se due italiani - mosche rare, a queste latitudini - saliti in macchina sin lassù per scoprire i gioielli di questa zona vinicola avrebbero bevuto senza caricarsi nulla nel bagagliaio. Ma tant'è. Viva l'ospitalità renana.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-S-RLyan_u94/U-oyMFmXnVI/AAAAAAAADBo/q0moe6xq8C0/s1600/20140810_131454.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-S-RLyan_u94/U-oyMFmXnVI/AAAAAAAADBo/q0moe6xq8C0/s1600/20140810_131454.jpg" height="200" width="120" /></a></div>
<b>Geisenheimer Klauserweg Riesling Spatlese Feinherb 2013</b><br />
I Riesling.. beh, che dire? Nulla al confronto con i Riesling didattici tutto "frutto ed elasticone" serviti durante le costose serate di degustazione in Italia. Questi sono vini eleganti, dove la componente aromatica e fruttata del riesling si incontra alla perfezione con le componenti minerali del terreno, e dove la nota dolce si sposa meravigliosamente con una freschezza che spinge la beva sempre un gradino più in là.<br />
Personalmente io amo i Riesling più secchi, ma la freschezza e l'eleganza dei "botritizzati" manda a carte all'aria tutta la nostra scala di dolcezze a cui siamo abituati.<br />
Alla fine ho comprato quattro Pradikat "feinherb" (amabili) e due Pradikat Riesling "3 Generationen", tutti del 2013, e due mezze bottiglie di Auslese del 2005. Di volta in volta dedicherò loro un post a parte.<br />
Domenica ho "sacrificato" uno dei feinherb vendemmia tardiva per uno dei miei ricorrenti piatti estivi, un risotto con il pesce persico.<br />
Davvero eccellente. Un vino profumato - il riesling è un'uva semi-aromatica - accanto a un piatto profumato è già un ottimo preambolo per un buon abbinamento. Che si esalta tra reciproche dolcezze vivacizzate dall'ottima acidità del vino e dalla sua importante struttura. Il finale stenta a venire e lascia in bocca un dolce ricordo che allontana e rimanda "a dopo" il rituale caffé. Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-1522553904106748832014-08-04T21:56:00.000+02:002014-08-28T12:55:37.354+02:00Alla scoperta del Rheingau, culla del Riesling renano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://de.academic.ru/pictures/dewiki/69/Erbach_mit_Mariannenaue_Luftbild_Rheingau-Taunus-Kreis_Hessen_Rhein_Naturschutzreservat_Schloss_Reinhartshausen_Foto_2008_Wolfgang_Pehlemann_Wiesbaden_DSCN9162.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://de.academic.ru/pictures/dewiki/69/Erbach_mit_Mariannenaue_Luftbild_Rheingau-Taunus-Kreis_Hessen_Rhein_Naturschutzreservat_Schloss_Reinhartshausen_Foto_2008_Wolfgang_Pehlemann_Wiesbaden_DSCN9162.jpg" height="250" width="400" /></a></div>
Una sconfinata distesa di vigneti di colore verde tenue. E' questa la prima cosa che balza all'occhio percorrendo da est a ovest la strada a veloce scorrimento che collega la ricca città termale di <a href="http://www.guidagermania.com/wiesbaden/" target="_blank">Wiesbaden</a>, porta della regione del Rheingau, e la piega che il Reno fa verso nord nei pressi del villaggio fluviale di Rudesheim, da dove parte la funivia che sale al belvedere del monumento del Niederwald (vedi foto), ricordo di uno dei tanti allori militari prussiani. A nord lo scudo naturale delle pendici del monte Taunus, a sud il bacino fluviale che in questo tratto si allarga fino a raggiungere un'ampiezza di 400 metri. Quasi un lago, color marrone e verde e torbido, dove le lunghe chiatte dell'industria fluviale renana si incrociano continuamente con i battelli turistici, e dove il sole riflette i propri raggi donando alla zona un microclima talmente dolce da essere accostato a quello mediterraneo.<br />
<a href="http://s2.germany.travel/media/content/gut_zu_wissen_1/bundeslaender/hessen/Foto_Karl-Heinz_Walter_Rheingau_Ruedesheim_am_Rhein_Niederwald_Denkmal_2_1024x768.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://s2.germany.travel/media/content/gut_zu_wissen_1/bundeslaender/hessen/Foto_Karl-Heinz_Walter_Rheingau_Ruedesheim_am_Rhein_Niederwald_Denkmal_2_1024x768.jpg" height="150" width="200" /></a>La vegetazione è rigogliosa e i paesi con le tipiche case colorate in legno e cemento, con i tetti spioventi, sono dei giardini fioriti. Rose, principalmente, di ogni varietà e colore. E poi alisso, bocche di leone, begonie e girasoli, ed erbe aromatiche.<br />
I terreni, in questa striscia collinare lunga poco più di 30 km, presentano una tale varietà di composizioni da permettere al riesling, che qui domina incontrastato i filari con quasi l'80% di presenza, di dare vita a un ventaglio di espressioni vinicole davvero entusiasmanti, favorito anche dalle diverse declinazioni sviluppate dalla tradizione vinicola locale.<br />
Si va dalle versioni assolutamente secche e beverine di alcuni Riesling Kabinett "trocken" ("secco", appunto) per raggiungere le vette di complessità dei vari <a href="http://www.vinievino.com/glossario/a/auslese" target="_blank"><i>auslese</i></a> botritizzati.<br />
I suoli del Rheingau sono composti da scisti argillosi, quarzite, fillite, sedimenti del terziario e dal <i>loess</i>, la<br />
polvere dell'era glaciale. Quest'ultimo, presente un po' ovunque, è alla base della delicatezza e della freschezza fruttata dei Riesling, così come la quarzite regala maggiore struttura ai Riesling della collina di Rüdesheim, e la marna argillosa a fondo valle rende la collina di Hochheim un'énclave per la produzione di eccezionali Pinot Nero che davvero poco hanno da invidiare ai grandi della cote de nuits.<br />
Ma andiamo con ordine. Il viaggio inizia alla stazioncina di Walluf, direzione Kloster Eberbach, monumento monastico,cinematografico e, soprattutto, vinicolo. <i>continua...</i>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-57867759386143906812014-03-21T20:43:00.000+01:002014-03-21T20:55:05.651+01:00Epifanie primaverili a Castel Grumello<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-KedCPtZvczo/UyyTIJI-fVI/AAAAAAAAC-Q/9G0hdq7805g/s1600/DSC_0626.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-KedCPtZvczo/UyyTIJI-fVI/AAAAAAAAC-Q/9G0hdq7805g/s1600/DSC_0626.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
Ci sono dei momenti in cui si è talmente assorti nelle proprie faccende lavorative che si finisce per perdere il contatto con la realtà. Ma basta poco, anche solo una gocciolina d'acqua caduta da un pergolato apparentemente rinsecchito, per smontare in un millisecondo il castello di carte sopra cui siamo saliti e riportarci con i piedi per terra a ricordarci chi siamo e da dove veniamo.<br />
Peccato che queste joyciane epifanie capitino di rado. Ebbene, una mi è piovuta nel piatto qualche giorno fa, durante un assolato pranzo di lavoro a Sondrio, in verità un duecento metri sopra il capoluogo valtellinese, precisamente sotto un berceau del ristoro sospeso tra le vigne di <a href="http://www.ninonegri.net/" target="_blank">Nino Negri</a> e il panoramico <a href="http://www.ristorogrumello.com/" target="_blank">Castel Grumello, di proprietà del FAI</a>.<br />
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-uN24PeY4XpE/UyyTRPdPA2I/AAAAAAAAC-Y/tHtKg3Q89ec/s1600/DSC_0625.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-uN24PeY4XpE/UyyTRPdPA2I/AAAAAAAAC-Y/tHtKg3Q89ec/s1600/DSC_0625.jpg" height="112" width="200" /></a>A maniche di camicia rimboccate sotto un sole già cocente a metà marzo, si parlava di mutui, di politica e società con due pezzi grossi della Banca popolare di Sondrio, quando una gocciolina è caduta sul telefonino appoggiato sulla tavola. Poi un'altra sul coltello e un'altra ancora sulla testa. Preoccupato dello scherzo di qualche passero in volo radente sopra la torre diroccata del castello, alzo lo sguardo strizzando gli occhi al sole e mi accorgo che, invece, sono protagonista del fenomeno più commovente per un viticoltore: il <a href="http://www.vinoway.com/enciclopedia-del-vino/viticoltura/nozioni-generali/fisiologia-della-vite/25-il-ciclo-biologico-della-vite.html" target="_blank">pianto della vite</a>.<br />
La linfa che dalle radici ricomincia a pulsare nella pianta finisce per trovare sfogo nei tagli delle potature più recenti. E' la più preziosa testimonianza dell'eterna rinascita della natura, che fa da contrasto con un corpo ancora secco e apparentemente privo di vita.<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-2uUBybk2EMA/UyyTYcDiDcI/AAAAAAAAC-g/D5sjbxrryus/s1600/chisciolBig.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-2uUBybk2EMA/UyyTYcDiDcI/AAAAAAAAC-g/D5sjbxrryus/s1600/chisciolBig.jpg" height="150" width="200" /></a>Per brindare a un simile evento in compagnia dei tradizionali <i>kiscioeul</i>, le frittelline di grano saraceno ripiene di Casera (varianti locali degli <i>sciatt</i> del fondovalle), e di una tagliata di manzo da tagliarsi con lo sguardo, abbiamo scelto il vino più territoriale possibile, perché proveniente dai vigneti terrazzati poco sotto di noi, sulla collina rocciosa del Sassorosso.<br />
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<b>Valtellina Superiore Docg "Sassorosso" 2009 A.Pelizzatti</b><br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-jm_8NcCmReA/UyyV2wZ59PI/AAAAAAAAC-s/kZOhwnMGPDc/s1600/DSC_0627.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-jm_8NcCmReA/UyyV2wZ59PI/AAAAAAAAC-s/kZOhwnMGPDc/s1600/DSC_0627.jpg" height="320" width="217" /></a>Da uve chiavennasca, locale varietà del nebbiolo, questa etichetta entrata a far parte negli anni Ottanta della grande famiglia vinicola di Nino Negri e del <a href="http://www.gruppoitalianovini.com/" target="_blank">GIV</a>, è un grandioso rappresentante del "cru" del Grumello, uno dei 5 supervaltellinesi insieme al Sassella, all'Inferno, al Maroggia e al Valgella. Colore rosso granato scarico, ha profumo etereo di piccoli frutti rossi e di viole appassite, accompagnati da un coro di note speziate dolciamare di cannella, tabacco e cacao. In bocca è caldo e armonioso, asciutto e di ottima acidità, sapido e con una persistenza che, sorso dopo sorso, tiene il ritmo delle goccioline che seguitano a cadere, rare e leggere, sulla tavola.<br />
Un vino territoriale buono e commovente, da non lasciarne sul fondo della bottiglia nemmeno una lacrima.<br />
<b>Voto: 88.</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-16481808915279424842014-01-03T15:44:00.004+01:002014-01-03T15:54:08.155+01:00Una punzecchiatura per Bastianich<a href="http://2.bp.blogspot.com/-6Rz4Rwup_uk/UsbOYAT1bWI/AAAAAAAAC7k/LrV7Efonkw8/s1600/DSC_0310.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="112" src="http://2.bp.blogspot.com/-6Rz4Rwup_uk/UsbOYAT1bWI/AAAAAAAAC7k/LrV7Efonkw8/s200/DSC_0310.jpg" width="200" /></a>Star della ristorazione mondiale, produttore di vini, superstar della trasmissione Masterchef e musicista rock nei - pochi - ritagli di tempo. Non li avevo ancora provati, i vini di Joe Bastianich, eclettico 45enne italoamericano con la passione per la buona tavola, i cani e la musica rock. Dopo averlo sfiorato nell'estate del 2010 quando per mie vicissitudini personali ho dovuto declinare la proposta di andare ad intervistarlo a Milano in occasione dei primi ciak della serie d'esordio di Masterchef Italia, dopo averlo sbeffeggiato, 3 giugno 2013, da una transenna di San Siro dove il buon Joe si era infilato di sfroso per assistere cocktail in mano al <b>concerto di Springsteen</b> prima di essere allontanato dalla security (<i>"Joe, che dilusione!"</i>), finalmente ci siamo incontrati.<br />
Enologicamente, intendo.<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-YZ8fMtBrNJg/UsbMTFl49BI/AAAAAAAAC7Y/FpNM94glPIg/s1600/DSC_0381.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-YZ8fMtBrNJg/UsbMTFl49BI/AAAAAAAAC7Y/FpNM94glPIg/s320/DSC_0381.jpg" width="180" /></a><a href="http://www.bastianich.com/pdf/tech/VESPA_R_TECHITALx.pdf" target="_blank"><b>Venezia Giulia Igt "Vespa Rosso" 2010, Bastianich Winery</b></a><br />
Questo bel rosso "da arrosti" nasce da un mélange di uve merlot, refosco, cabernet sauvignon e cabernet franc, coltivate nei vigneti di Buttrio e Premariacco, sui Colli Orientali del Friuli una ventina di km a est da Udine. In tutto l'azienda Bastianich, fondata nel 1997, è costituita da 35 ettari di
vigneto. I vigneti del Vespa Rosso beneficiano del calore
proveniente dal mare e si trovano in un territorio ideale per la produzione di vini corposi e
strutturati. Ecco l'annata 2010, gustata in queste festività per accompagnare un'anatra all'arancia.<br />
Colore rosso rubino scuro, limpido e consistente, al naso rivela una buona complessità olfattiva di discreta finezza. <b>Frutti rossi maturi e sottobosco, spezie e una pennellata erbacea</b> tipica delle uve e del territorio, conditi da un sentore di <i>legno dolce</i>. Sensazioni che tornano in bocca in una struttura <b>calda e morbida, di discreta acidità e persistenza</b>. Pregevoli le note fruttate e speziate, personalmente odio la percezione decisa del legno d'affinamento, non perfettamente integrata nel vino. L'invecchiamento nei tonneaux e il successivo passaggio in barriques si fa un po' troppo sentire. L'impressione finale è quella di un buon prodotto fatto anche bene ma ancora incapace di emozionare. Un vino ambizioso le cui vere radici, forse, non sono nel Friuli degli avi di Bastianich ma in quel gusto americano un po' omologato che non rende piena giustizia a un terroir straordinario. Con un prezzo, <b>30 euro</b> cca in enoteca, altrettanto poco italiano e molto da <i>turista born in the Usa</i>.<br />
<b>Voto: 82.</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-38530369061061639612013-12-26T21:41:00.002+01:002013-12-28T22:21:02.217+01:00Un Moscato di montagna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-ut9aepj6Vhs/UryUQNg-fBI/AAAAAAAAC68/Axc7r9PnqBM/s1600/DSC_0376.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="112" src="http://3.bp.blogspot.com/-ut9aepj6Vhs/UryUQNg-fBI/AAAAAAAAC68/Axc7r9PnqBM/s200/DSC_0376.jpg" width="200" /></a></div>
Le feste di fine anno sono un momento unico per assaggiare vini e stappare bottiglie che amici, parenti e anche noi stessi abbiamo "tenuto da parte" in attesa della proverbiale "occasione giusta". Bottiglie che abbiamo in cantina da anni, così come, più semplicemente, souvenirs di recenti vacanze.<br />
Come il Moscato secco di Chambave che mio cugino aveva preso in Val d'Aosta durante un soggiorno estivo a Courmayeur. Destinato da mesi ad accompagnare i tradizionali antipasti di mare del pranzo di Natale: salmone, cappesante, scampi e cozze gratinate.<br />
<b><br /></b>
<a href="http://www.lacrotta.it/it/dettaglio_vino.php?linea=2&vino=1" target="_blank"><b>Vallée d'Aoste Doc Chambave Muscat 2012 "La crotta di vegneron"</b></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-uGcLVZy9aIM/UryUSKIKeiI/AAAAAAAAC7E/6Pxldrb1nLs/s1600/Chambave-Jul05-DS1627sAR.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="122" src="http://2.bp.blogspot.com/-uGcLVZy9aIM/UryUSKIKeiI/AAAAAAAAC7E/6Pxldrb1nLs/s200/Chambave-Jul05-DS1627sAR.jpg" width="200" /></a></div>
Le uve di Moscato Bianco, utili alla vinificazione del Vallée d’Aoste Chambave Muscat DOC,
raggiungono la giusta maturazione nei vigneti dislocati sulle colline
di Chambave, Pontey, Verrayes, Saint-Denis, Châtillon e Saint-Vincent. Qui, a 30 km dal fondovalle e dal confine con il Piemonte, <a href="http://www.lacrotta.it/it/index.php" target="_blank">la cantina cooperativa "La crotta di vegneron"</a> raccoglie le uve dei 120 soci produttori e le vinifica declinandole in 15 vini della macro Doc Valle d'Aosta, dal Petit Rouge al Fumin, fino, appunto, al Muscat de Chambave.<br />
Colore giallo paglierino brillante con riflessi dorati e di bella consistenza, al naso svela un ventaglio di profumi di fiori gialli, pesca e frutta tropicale, da cui emerge nitido l'aroma del litchi a coprire le note di erbe aromatiche che ci aspetteremmo più evidenti da un moscato. Sensazioni che si ripresentano in bocca in un corpo caldo, fruttato, morbido e di ottima acidità, con una decisa vena amarognola finale ricorrente nei vini da uve aromatiche. Un Moscato, per chi non conosce la tipologia, senza dubbio "spiazzante", tanto che si potrebbe facilmente confondere con un Gewurztraminer altoatesino. Infatti l'ho apprezzato decisamente di più con la fontina di fine pasto piuttosto che con le entrée di pesce, eccezion fatta per gli scampi. Per queste molto meglio lo Spumante <a href="http://www.italianwineshop.it/schedaprodotto.asp?idcat=4&idnd=419&idp=1833" target="_blank">Fripon Extra Dry</a>, altro souvenir altoatesino da uve prié blanc e muller thurgau, le più alte d'Europa perché coltivate vis-à-vis con il ghiacciaio del Monte Bianco. <br />
<b>Voto: 80</b>.Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-13891494828016247082013-11-18T15:09:00.001+01:002013-11-20T13:05:31.225+01:00Connubio Sirmione - squacquerone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-U-UXyFvBmZg/UoofbbPh48I/AAAAAAAAC6c/psEOXdJ-cWM/s1600/DSC_0215.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-U-UXyFvBmZg/UoofbbPh48I/AAAAAAAAC6c/psEOXdJ-cWM/s320/DSC_0215.jpg" width="180" /></a></div>
Metti l'ennesima domenica grigia, di pioggerella e temperatura mite. Metti la voglia di consolarsi in tavola con un buon piatto di mezze maniche con squacquerone, prosciutto crudo e rucola. Cosa manca? Un bel bianco, ed ecco allora spuntare dalla cantina uno dei Lugana presi a fine agosto all'<a href="http://www.gardavinoshop.it/" target="_blank">Enoteca della Civielle</a>, a Moniga del Garda. Il Ca'Lojera 2012 prodotto a Sirmione dalla famiglia <a href="http://www.calojera.com/" target="_blank">Tiraboschi, proprietaria, appunto, dei 18 ettari della celebre azienda <i>"Casa dei lupi"</i></a>.<br />
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<b>Lugana Doc "Ca'Lojera" 2012</b><br />
Intanto già l'etichetta è assai invitante perché rimanda a uno stile rustico e tradizionale che vuole prendere subito le distanze da qualsiasi idea di "prodotto industriale di massa". 120mila bottiglie suddivise in 9 etichette dal Lugana base fino al Merlot Monte della Guardia passando per un rosato e due spumanti non sono molte, e permettono all'azienda di mantenere sempre le radici ben piantate nella propria tradizione senza rischiare di fare il passo più lungo della gamba.<br />
Il colore è giallo paglierino brillante e i profumi rimandano subito al sole e alle limoniere del Garda, con quell'aroma di agrumi freschi, melone bianco, biancospino ed erbe mediterranee, meravigliosamente intessuto su una pregevole linea minerale. Sensazioni che tornano alla bocca sostenute da una viva vena fresca che lascia in bocca una gradevolissima nota finale di scorzetta di limone.<br />
Un vino di buon corpo, rotondo e generoso, che appaga l'assaggio senza lasciare spazio a indugi di sorta.<br />
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Abbinamento peraltro azzeccatissimo perché i 13 gradi del vino si stemperano nell'acquosità dello squacquerone, mentre l'acidità e l'aromaticità spingono a tutta la delicatezza e i profumi del piatto. Ottimo anche, a seguire, in compagnia di un <a href="http://www.giallozafferano.it/ricerca-ricette/pollo+masala/" target="_blank">pollo masala</a>, nonostante per la decisa speziatura di questo piatto sarebbe stato ancora meglio la versione Superiore del Ca' Lojera, quella affinata in barrique. Solo acciaio invece per il base.<br />
<b>Voto: 86.</b>Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-23976580617140045162013-10-31T18:16:00.001+01:002013-10-31T18:24:38.395+01:00Il muschiatello della Loira<a href="http://3.bp.blogspot.com/-1ebBcJwETwE/UnKPO8LQoSI/AAAAAAAAC58/GRNgW7LwKIg/s1600/DSC_0091.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-1ebBcJwETwE/UnKPO8LQoSI/AAAAAAAAC58/GRNgW7LwKIg/s320/DSC_0091.jpg" width="180" /></a>Ricordo con quanta enfasi e passione Guido Invernizzi, medico, sommelier e docente Ais, decantava le virtù di uve e vini "minori", dalla forastera di Ischia, al Gragnano di Sorrento fino al Muscadet della Loira. Buona la prima, imprescindibile il secondo, specie se di aziende come <a href="http://www.grottadelsole.it/azienda.php?language=it" target="_blank">Grotta del Sole</a>. E il "muschiatello" francese?<br />
Trovato qualche giorno fa al supermercato a circa 9 euro e acchiappato al volo per fare compagnia a un pranzo a base di cozze.<br />
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<b>Muscadet Sèvre et Maine AOC Ackerman 2011</b><br />
I mitili, del resto, sono il naturale accostamento gastronomico di questo bianco tipico dell'ultimo tratto "atlantico" della Loira, il cui estuario va a gettarsi nell'oceano nei pressi di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Saint-Nazaire_(Loira_Atlantica)" style="background-color: white; background-image: none; color: #0b0080; font-family: sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19.1875px; text-decoration: none;" title="Saint-Nazaire (Loira Atlantica)">Saint-Nazaire</a>, pochi km dopo aver attraversato Nantes. Prodotto con uve del vitigno a bacca bianca "melon de Bourgogne", forse "fuggito" dalla nobile Borgogna per trovare apprezzamento sulle tavole dei marinai, è un vino bianco leggero e molto, molto citrino, con vaghi sentori di muschio (da qui il nome), tanto che si presta alla grande per accompagnare alcune delle specialità dell'Atlantico, come crostacei, ostriche e saint-jacques, le "cappesante".<br />
La spiccata acidità del vino e la sua discreta sapidità, infatti, ben si prestano ad esaltare il sapore delicato di queste prelibatezze a tendenza dolce e grassa, tanto che potremmo definirlo uno dei meglio riusciti abbinamenti territoriali per contrapposizione.<br />
Io l'ho provato con un piatto di cozze in una preparazione troppo saporita per via dell'aggiunta di sale e peperoncino. Non male ma decisamente molto meno azzeccato dell'uso atlantico, più naturale e meno condito. Ad ogni modo un vino senz'altro curioso che però è assai difficile da apprezzare in un contesto geografico estraneo al suo.<br />
<b>Voto: 74.</b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.vinoveritas.it/wp-content/uploads/2012/10/Scheda-abbinamento-AIS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="278" src="http://www.vinoveritas.it/wp-content/uploads/2012/10/Scheda-abbinamento-AIS.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2362280319458273354.post-13567120387046950512013-10-15T23:31:00.001+02:002013-10-31T17:36:47.272+01:00Ageno, l'inganno è servito<div>
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-PV6oT-qX4Es/UlqYbxw8H0I/AAAAAAAAC4Q/V7P3-YNTvD4/s1600/DSC_0090.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline ! important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-PV6oT-qX4Es/UlqYbxw8H0I/AAAAAAAAC4Q/V7P3-YNTvD4/s320/DSC_0090.jpg" width="180" /></a>In due anni di vita pavese non posso dire di aver conosciuto la metà dei ristoratori del centro storico e dintorni ma un'idea piuttosto precisa me la sono fatta: per mangiare bene a un prezzo onesto bisogna fuggire dalla città. Preso atto della tendenza cafon-fighetta di Pavia e dei suoi costi, mi sono finalmente deciso ad andare a passare una serata all'<a href="http://infernot.org/" target="_blank">Infernot</a>, un'enoteca della centralissima via Mascheroni, dietro il tribunale, di cui avevo sentito parlare bene da persone però poco attendibili.</div>
<div>
Un po' "milanese" da fuori, molto graziosa e paradossalmente "sobria" all'interno. Accogliente e cordiale Manlio Manganaro, il riccioluto oste e titolare, sommelier Ais preparatissimo nella presentazione del menu e nella spiegazione dei vini, dei piatti e degli abbinamenti.<br />
A far compagnia a un affettato di salumi misti, dal culatello alla <a href="http://www.debosses.it/datapage.asp?id=45&l=1" target="_blank">mocetta </a>valdostana fino al salame dei monti Nebrodi e a un crostone al lardo e miele, la mia compagna di bevute sceglie un profumatissimo Lacrima di Morro d'Alba, mentre io accetto la sfida del <i>calice nero</i>, un vino misterioso servito dietro al banco in un calice di cristallo nero come un cielo senza stelle. Convinto dell'assurdità della diceria che, privati della vista del colore, si possa arrivare addirittura a confondere un bianco per un rosso e viceversa.<br />
<i>Io mai</i>.<br />
<b><br /></b>
<b><a href="http://www.lastoppa.it/index.php?obj=site&cmd=prod&idprod=11" target="_blank">Emilia Igt "Ageno" 2008 La Stoppa</a></b><br />
<i>Touché</i>. Colpito dai decisi aromi speziati e di pellame e affondato dal gusto tannico. Anche se, a mia discolpa, devo dire che quella freschezza marcata di agrumi come chinotto e bergamotto mi aveva mandato in tilt i sensi, tanto che, non fosse stata per la serietà del locale, avrei potuto sospettare un volgare mischione bianco + rosso.<br />
Pace. Mi sono divertito. I piatti erano buoni, il prezzo nella media e la compagnia ottima. Però l'Ageno, che vino è? Un blend di uve bianche tra cui spicca la malvasia di Candia aromatica, che vengono lasciate a macerare per 30 giorni proprio per estrarre la massima concentrazione di aromi e di tannini, rinforzati ulteriormente dai sei mesi in barriques e dai due anni di affinamento in bottiglia, per poter dare vita a poco più che un vino "didattico", adatto a farsi gioco dei polli come il sottoscritto. Se volete giocare con gli amici - o, meglio, con i "nemici" - provatelo, costa circa 20 euro a bottiglia e all'Infernot viene servito a 6,50 il calice (nero). <b>Voto: 74</b>. Se volete bere qualcosa di buono, invece, scegliete altro. Questi ibridi lasciano un po' il tempo che trovano. A proposito, tra una cosa e l'altra non ho guardato bene la carta dei vini. Di conseguenza, ci rivediamo presto, caro Manlio.</div>
Nicola Taffurihttp://www.blogger.com/profile/11027212840703808909noreply@blogger.com1