Tempi duri, per le enoteche, da quando le aziende vinicole hanno deciso di cedere alle facili tentazioni della grande distribuzione, unica a garantire loro il pieno e rapido raggiungimento dell'obiettivo del "magazzino vuoto, cassa piena", vitale per ogni azienda. Ancor più in questi momenti di crisi, in cui occorre più che mai ridurre al minimo l'invenduto e "fare cassa" il prima possibile.
Succede così che oggi anche la massaia abituata a cucinare a Tavernello, Ronco e Castellino, si trova a girare tra gli scaffali dei supermercati tra Bricchi dell'Uccellone e Terre Brune.
Qualche giorno fa sono capitato all'Ipercoop di Cantù quasi per caso, giusto perché era l'unico supermercato con apertura domenicale e avevo urgente bisogno di comprare qualche bottiglia da portare a una cena con vecchi amici. Tutti buoni bevitori, specie il padrone di casa, marchigiano di Jesi.
Così ne ho approfittato per fare scorta di vini anche per le prossime festività. Con un omaggio al padrone di casa.
Decisamente sconsigliato il Syrah australiano Yellow Tail 2004, un vino da bere freddo per riuscire quantomeno a rendere quasi gradevole la sua stucchevolezza.
Evitabile, per chi già come me non ha una grande simpatia per la tipologia, anche il Nero d'Avola Cent'Are Duca di Castelmonte.
Assolutamente piacevole, invece, il Refosco di Piera Martellozzo. Uno di quei rossi da tutto pasto che, se ti perdi in chiacchiere, ne finisci una bottiglia senza neanche accorgertene.
In attesa di mettere alla prova il Contado di Di Majo Norante con il cappone natalizio, urge tessere le lodi del vino che più mi ha incantato nei miei recenti "assaggi da supermercato". E' il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore "Cuprese" 2005 dell'azienda Colonnara, storica cantina sociale che vinifica le uve di circa 190 soci in quel di Cupramontana, entroterra anconetano e patria di questo stupefacente vitigno marchigiano.
Un vino che inganna alla vista e all'olfatto, visto che ti attenderesti importanti gradazioni da quel colore giallo paglierino quasi dorato e da quella sbalorditiva intensità di profumi di fiori gialli, agrumi maturi e grafite. Invece sono solo 12,5 i gradi alcolici e in bocca la sensazione fruttata e minerale domina incontrastata, valorizzata da una freschezza ancora imperante a distanza di 4 anni dalla vendemmia, con una nota finale amaricante di scorza di cedro davvero piacevole.
Un bianco di straordinaria beva, ottimo con gli accostamenti più disparati, dal quasi scontato "spaghetti di mare" agli altrettanto soddisfacenti connubi con polenta uncia e pizza ai 4 formaggi.
Una raccomandazione: serviamolo a non meno di 12° per valorizzare meglio il suo corpo vibrante. Infine il prezzo: 6,50 euro. Anche il mio amico di Jesi è rimasto senza parole.
lunedì 30 novembre 2009
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