Se sul vitigno non ci sono dubbi, visto che sempre del toscanissimo sangiovese si tratta (della varietà "piccolo", mentre a Montepulciano e Montalcino va il "grosso"), sull'origine del nome ancora si discute. Morellino come il colore del vino, rosso rubino scuro (un po' come è accaduto per il Brunello), oppure Morellino come la razza dei cavalli montati dai butteri, i cowboys maremmani? Nel dubbio, io ho abbinato il rosso di Scansano, prodotto nell'entroterra grossetano tra i fiumi Albegna e Ombrone, con del filetto di puledro alla griglia.
Un maremmano schietto e loquace
Prodotto dalla Cantina Coop. Vignaioli del Morellino di Scansano, storica cantina sociale nata nel 1978 assieme alla Doc (dal 2007 Docg) e oggi composta da circa 152 soci conferitori, questo figlio della vendemmia 2008 ha colore rosso rubino molto limpido e brillante, con riflessi scuri e discreta consistenza.
Servito in un calice di media ampiezza a 15-16°C, conquista subito con gli aromi varietali del vitigno, che rimandano alle marasche e ai piccoli frutti di bosco, su tutti il ribes, accompagnati da sfumature terrose e di rosa canina e da un'accattivante nota speziata.
In bocca è fresco, il tannino scivola sul palato senza graffiare, accompagnato da tutte le piacevoli sensazioni percepite al naso: frutta rossa, pepe nero e alla fine la piacevole sensazione di rigirarsi tra la lingua il succulento nocciolo di un'amarena matura.
Invita alla beva e invoglia a mangiare. Perfetto con le carni alla brace e con le "casciotte" di pecora fresche o mediamente stagionate tipiche dell'Italia centrale, io la mia mezza bottiglia (3,90 € al Bennet di Lecco) l'ho onorata con del filetto di puledro al sangue. Un po' troppo dolciastra per questo vino "da costata fiorentina" ma comunque binomio assolutamente più che dignitoso.
venerdì 13 agosto 2010
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