Andata in archivio anche questa edizione del Festival di Sanremo, l'unico ricordo che mi resta di quelle noiose serate di zapping alla vana ricerca della quotidiana psicodose di talk show pre-elettorale, è la bottiglia di Passerina del Frusinate che mi ha fatto compagnia per due sere consecutive.
Uva autoctona italica tipica della fascia adriatica tra le Marche e l'Abruzzo, la passerina, per lungo tempo a torto considerata parente stretta del trebbiano giallo, compare a macchia di leopardo anche in tutto il centro Italia, Lazio compreso, dove viene coltivata da diversi secoli. E' proprio dalla provincia di Frosinone che arriva questa bottiglia che ho pescato tra le offerte più appetibili dell'Esselunga di Pavia.
Frusinate Igt Passerina 2012, Cantina sociale di Piglio
Colore giallo paglierino brillante e abbastanza consistente, si presenta con aromi di fiori bianchi rinfrescati da un temporale di inizio primavera (che immagine, eh!?), accompagnati da delicati sentori di pesca bianca e melone bianco con contorni minerali. Questo insieme accattivante si ripresenta in bocca sostenuto da una grande freschezza che invita alla beva. Chiaramente da un vino di fascia bassa non ci si può attendere chissà quale persistenza, però ciò non toglie che possa essere un piacevolissimo compagno di una gustosa minestra di legumi, piuttosto che di un risotto alle verdure o di un filetto di merluzzo in padella senza pomodoro né limone, per evitare di accentuare la naturale acidità del vino.
Passserina consolatoria, insomma, in mancanza della farfalla di Belen...
mercoledì 27 febbraio 2013
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