Da qualche anno uno degli abbinamenti enogastronomici più riusciti e in voga presso le serate di degustazione invernali proposte da vari ristoranti lombardi, accosta la cassoeula, tipico piatto della tradizione brianzola a base di carne di maiale e verze, allo Champagne. Del resto la finissima effervescenza e la freschezza del re degli spumanti ben si prestano ad esaltare la tendenza dolce di questo piatto robusto e popolare.
E allora perché non provare a proporre un altro abbinamento simile, mettendo tra noi e la bottiglia di metodo champenois un bel piatto di pizzoccheri valtellinesi?
Per l'occasione abbiamo scelto però il re degli spumanti italiaci, il Franciacorta Docg, precisamente l'Extra brut de La Montina, acquistato direttamente in cantina non più di un mese fa. Vediamo com'è andata.
Franciacorta Docg Extra Brut La Montina
Non male, decisamente non male. La freschezza e la ricca effervescenza di questo spumante prodotto a Monticelli Brusati nella tenuta storicamente di proprietà della famiglia Montini, che ha dato i natali al Papa Paolo VI fresco di beatificazione, ben si presta ad esaltare la tendenza dolce data dalla pasta del pizzocchero ma soprattutto dalle patate e dal formaggio. Così come i vivaci profumi agrumati e di crosta di pane valorizzano gli aromi del piatto, molto profumato. In realtà però questo pizzocchero non è venuto per la verità granché, perché troppo ricco di acqua di cottura e di formaggio latteria molto fresco che insieme hanno dato al piatto una succulenza eccessiva. Di conseguenza si è avvertita netta la mancanza della componente tannica ed alcolica, capace di fare a spallate alla pari con la robustezza del pizzocchero. Insomma, va bene l'esperimento ma un buon rosso ruvido valtellinese sarebbe stato ancora la soluzione canonica più consigliata per questo piatto. Anche se l'accostamento Extra Brut - pizzocchero è stato tutt'affatto sgradevole, anzi. Ma contro burro e formaggio fuso ci vuole altro che questo pur buon Franciacorta.
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