Noi che ci scandalizziamo per l'esito pro-Ungheria dell'affare Tocai, proviamo a immaginare cosa devono pensare i Cechi, storici produttori di birre chiare, nel vedersi scippare da una multinazionale americana il nome della loro birra più amata, la sublime Budweiser. Che significa "originaria di Budweis", antico nome asburgico di České Budějovice, cittadina fiabesca nel sud della Boemia.
Il problema è che la multinazionale in questione, la Anheuser-Busch di Saint Louis, Missouri, ha colto in contropiede la storica ditta ceca registrando in quasi tutto il mondo, Europa compresa, il marchio Budweiser. Che altri non è che la volgarissima Bud da paninoteca.
La tradizionale birra ceca, invece, è esportata negli Usa con il nome di Czechvar e negli altri paesi, Italia compresa, con quello di Budějovický Budvar.
In questa riproposizione a bassa fermentazione dell'epico duello tra Davide e Golia, l'ha avuta la meglio il gigante americano, che nel 2007 ha acquisito i diritti di importazione negli Usa della birra ceca. Molti temono che quello sia stato il primo passo verso la fine della gloriosa Budějovický Budvar e della storica fabbrica di České Budějovice. Sarebbe un peccato perché tra l'originale ceca e l'imitazione americana corre la stessa differenza che passa tra un ottimo Champagne e un Franciacorta riuscito male. Di conseguenza, al supermercato, salviamo le tradizioni genuine e il buon gusto. Beviamo Budvar e lasciamo la Bud alle formiche.
N.T.
martedì 12 maggio 2009
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