La settimana scorsa è arrivata per posta la nuova Guida dei Vini 2015 dell'Associazione italiana sommelier. Dopo l'intermezzo dell'ibrido 2014, più smilzo e con una sezione gastronomica dedicata ai ristoranti, torna più corposa che mai la guida enologica più prestigiosa in circolazione.
Finisce definitivamente, per i soci e i lettori, l'incubo della gestione "alla romana" di Franco Maria Ricci, storico editore e presidente dell'associazione.
Stando invece alla nuova Bibbia dell'eno appassionato, dopo il formato "mattonazzo" che forse non si era mai visto nemmeno nei tempi d'oro pre-crisi, balza all'occhio la maggiore scientificità del testo e della grafica. Recensioni concise senza troppi fronzoli o pompose lodi alle aziende, giudizi più critici e imparziali, assenza di alcuni campioni indiscussi per dare maggiore visibilità ai prodotti meno noti delle stesse case vinicole. Insomma: bastano pochi giri di pagina per percepire netta la sensazione di serietà e professionalità, che si erano un po' perse per strada, sacrificate al marketing di Bibenda.
Unica nota discutibile: il logo bruttino che ha sostituito il vecchio "grappolo" a premiare in numero crescente la qualità dei vini. I migliori non hanno più i 5 grappoli bensì le "t" della scritta vitae in copertina. Confidando in un logo più carino e creativo per il 2016, speriamo che la rinuncia al "grappolo" sia stata l'ultima concessione alla vecchia gestione padronale dell'associazione. Un "cavatappino" già andrebbe meglio. Ma poi, dico io, abbiamo il caro, vecchio taste vin...usiamolo!
martedì 20 gennaio 2015
martedì 13 gennaio 2015
Rosso di montagna biologico
Petit rouge con l'aggiunta di un "quartino" di cornalin, fumin e premetta, tutte uve autoctone valdostane. Questa la ricetta dell'uvaggio del Torrette Supérieur della cantina della famiglia Grosjean, storici vignaioli in quel di Quart che ormai da quarant'anni hanno imboccato con successo la strada del biologico.
Vallée d'Aoste Doc Torrette Supérieur "Vigne Rovettaz" 2012
Questo vino stupisce subito per il colore rosso rubino scuro, con leggere sfumature volacee, è molto denso e consistente e ha profumi intensi di buona complessità che spazia dai piccoli frutti di bosco maturi, in particolare le more e i ribes, virando sulla confettura di amarene per poi imboccare una via floreale e di spezie dolci assolutamente accattivante. In bocca queste note dolciamare sono sostenute da un tannino maturo e soprattutto da una viva acidità che rende ogni assaggio fresco e appagante. Anche la persistenza è di tutto rispetto, per un vino territoriale assolutamente equilibrato e ben riuscito, che seduce senza ruffianerie e parla la lingua inconfondibile di questi luoghi di montagna meravigliosamente esposti a sud su pendii che offrono un'incilinazione ottimale ai raggi solari.
Un vino ottimo per un "tutto pasto" con piatti saporiti, ideale accostamento di primi piatti con ragù e con secondi di carne, soprattutto brasati e umidi, anche di cacciagione e selvaggina da piuma e da pelo.
Voto: 86
Vallée d'Aoste Doc Torrette Supérieur "Vigne Rovettaz" 2012
Questo vino stupisce subito per il colore rosso rubino scuro, con leggere sfumature volacee, è molto denso e consistente e ha profumi intensi di buona complessità che spazia dai piccoli frutti di bosco maturi, in particolare le more e i ribes, virando sulla confettura di amarene per poi imboccare una via floreale e di spezie dolci assolutamente accattivante. In bocca queste note dolciamare sono sostenute da un tannino maturo e soprattutto da una viva acidità che rende ogni assaggio fresco e appagante. Anche la persistenza è di tutto rispetto, per un vino territoriale assolutamente equilibrato e ben riuscito, che seduce senza ruffianerie e parla la lingua inconfondibile di questi luoghi di montagna meravigliosamente esposti a sud su pendii che offrono un'incilinazione ottimale ai raggi solari.
Un vino ottimo per un "tutto pasto" con piatti saporiti, ideale accostamento di primi piatti con ragù e con secondi di carne, soprattutto brasati e umidi, anche di cacciagione e selvaggina da piuma e da pelo.
Voto: 86
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lunedì 5 gennaio 2015
Oltrepo d'autore
Visto che nel post precedente ho fatto dell'ironia cattivella e superficialotta sulla qualità dell'offerta vinicola dell'Oltrepo, faccio subito parzialmente ammenda e scrivo due righe sul Metodo Classico di una delle mie aziende preferite, Bisio Devis, 9 ettari di vigneti a metà della collina su cui sorge il borgo arroccato di Montalto Pavese.
Da quando l'ho scoperta due anni fa, non ho ancora trovato un'altra casa vinicola pavese lontanamente paragonabile per qualità ai vini di quest'azienda biologica.
Una visita in cantina val bene la strada tortuosa e panoramica che sale verso la cittadella, soprannominata la "regina dell'Oltrepo" proprio per via della sua posizione dominante la brumosa campagna sottostante. Ad accogliervi non troverete asettiche sale di degustazione ma una famiglia disposta ad aprire le porte della sua cantina di vinificazione per degli assaggi un po' spartani ma quanto mai genuini, sia per spontaneità sia per l'alta qualità dei prodotti. Provateli tutti, anche perché hanno prezzi assolutamente competitivi.
Imperdibili per il mio gusto la Bonarda e la Barbera, dai profumi esuberanti e dall'elegante e sontuosa vinosità, così come il Riesling, benché io non ami questo bianco pavese. Ben fatto, infine, questo Pinot Nero spumantizzato, dimostrazione che anche in Oltrepo questa uva difficile può, se trattata bene, dare vita a egregie bollicine. Puntualizzazione dovuta al rapporto conflittuale tra il sottoscritto e il metodo classico pavese, esacerbato in occasione di un Vinitaly di qualche anno fa durante il quale venne presentato in pompa magna l'esordiente Cruasé delle più rinomate aziende del consorzio, di cui ancora ricordo una varietà di puzzette e saporacci a dir poco imbarazzanti.
Bisio Devis Oltrepo Pavese Doc Pinot Nero Brut Metodo Classico
Colore giallo paglierino cristallino, ha spuma di buona finezza e persistenza e profumi fini di noccioline tostate, crosta di pane, agrumi e fiori di tiglio. In bocca ribadisce quanto offerto al naso, in una carezza di cremosa freschezza di discreta persistenza. Io, in onore della tradizione delle risaie della vicina Lomellina, l'ho bevuto assieme a un risotto con provola affumicata e pomodori secchi, col quale si è legato alla perfezione. Tuttavia, non avendo particolari punte aromatiche o di acidità, ce lo vedo benissimo a tutto pasto, a cominciare dalle torte salate per finire con dei crostacei alla griglia. Si tratta infatti di uno spumante gradevole, non meritevole da solo di una domenica in collina, ma certamente un valente esemplare di quanto di buono e onesto la denominazione può offrire in ambito spumantistico concentrandosi più sulla presa di spuma che sulla pompa magna... Voto: 82
Da quando l'ho scoperta due anni fa, non ho ancora trovato un'altra casa vinicola pavese lontanamente paragonabile per qualità ai vini di quest'azienda biologica.
Una visita in cantina val bene la strada tortuosa e panoramica che sale verso la cittadella, soprannominata la "regina dell'Oltrepo" proprio per via della sua posizione dominante la brumosa campagna sottostante. Ad accogliervi non troverete asettiche sale di degustazione ma una famiglia disposta ad aprire le porte della sua cantina di vinificazione per degli assaggi un po' spartani ma quanto mai genuini, sia per spontaneità sia per l'alta qualità dei prodotti. Provateli tutti, anche perché hanno prezzi assolutamente competitivi.
Imperdibili per il mio gusto la Bonarda e la Barbera, dai profumi esuberanti e dall'elegante e sontuosa vinosità, così come il Riesling, benché io non ami questo bianco pavese. Ben fatto, infine, questo Pinot Nero spumantizzato, dimostrazione che anche in Oltrepo questa uva difficile può, se trattata bene, dare vita a egregie bollicine. Puntualizzazione dovuta al rapporto conflittuale tra il sottoscritto e il metodo classico pavese, esacerbato in occasione di un Vinitaly di qualche anno fa durante il quale venne presentato in pompa magna l'esordiente Cruasé delle più rinomate aziende del consorzio, di cui ancora ricordo una varietà di puzzette e saporacci a dir poco imbarazzanti.
Bisio Devis Oltrepo Pavese Doc Pinot Nero Brut Metodo Classico
Colore giallo paglierino cristallino, ha spuma di buona finezza e persistenza e profumi fini di noccioline tostate, crosta di pane, agrumi e fiori di tiglio. In bocca ribadisce quanto offerto al naso, in una carezza di cremosa freschezza di discreta persistenza. Io, in onore della tradizione delle risaie della vicina Lomellina, l'ho bevuto assieme a un risotto con provola affumicata e pomodori secchi, col quale si è legato alla perfezione. Tuttavia, non avendo particolari punte aromatiche o di acidità, ce lo vedo benissimo a tutto pasto, a cominciare dalle torte salate per finire con dei crostacei alla griglia. Si tratta infatti di uno spumante gradevole, non meritevole da solo di una domenica in collina, ma certamente un valente esemplare di quanto di buono e onesto la denominazione può offrire in ambito spumantistico concentrandosi più sulla presa di spuma che sulla pompa magna... Voto: 82
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