La settimana scorsa è arrivata per posta la nuova Guida dei Vini 2015 dell'Associazione italiana sommelier. Dopo l'intermezzo dell'ibrido 2014, più smilzo e con una sezione gastronomica dedicata ai ristoranti, torna più corposa che mai la guida enologica più prestigiosa in circolazione.
Finisce definitivamente, per i soci e i lettori, l'incubo della gestione "alla romana" di Franco Maria Ricci, storico editore e presidente dell'associazione.
Stando invece alla nuova Bibbia dell'eno appassionato, dopo il formato "mattonazzo" che forse non si era mai visto nemmeno nei tempi d'oro pre-crisi, balza all'occhio la maggiore scientificità del testo e della grafica. Recensioni concise senza troppi fronzoli o pompose lodi alle aziende, giudizi più critici e imparziali, assenza di alcuni campioni indiscussi per dare maggiore visibilità ai prodotti meno noti delle stesse case vinicole. Insomma: bastano pochi giri di pagina per percepire netta la sensazione di serietà e professionalità, che si erano un po' perse per strada, sacrificate al marketing di Bibenda.
Unica nota discutibile: il logo bruttino che ha sostituito il vecchio "grappolo" a premiare in numero crescente la qualità dei vini. I migliori non hanno più i 5 grappoli bensì le "t" della scritta vitae in copertina. Confidando in un logo più carino e creativo per il 2016, speriamo che la rinuncia al "grappolo" sia stata l'ultima concessione alla vecchia gestione padronale dell'associazione. Un "cavatappino" già andrebbe meglio. Ma poi, dico io, abbiamo il caro, vecchio taste vin...usiamolo!
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