L'altro giorno, domenica, mi sono trascinato giù dal letto alle 11 passate, con in bocca ancora l'amaro delle 3 birre medie che mi ero bevuto qualche ora prima, durante e dopo il concerto pazzesco del gruppo pesarese dei Cheap Wine. In italiano, "vino economico". Del resto, quando ti offrono da bere, pare brutto non ricambiare, no?
Il cerchio alla testa e un vago senso di nausea mi hanno fatto subito pensare "oggi riso in bianco e patate lesse". Mentre scendevo le scale, tuttavia, il caldo e profumato tepore proveniente dalla cucina ha mandato lentamente in fumo, gradino dopo gradino, i miei propositi dietetici. Appurato che in pentola stava rosolando lentamente un enorme polpettone, mentre il forno era già pronto per accogliere due teglie di patate con aglio, rosmarino e aromi vari, ho deciso di prolungare la mia discesa alla realtà di un'altra rampa di scale. Sono andato in cantina a cercare un vino rosso in grado di celebrare degnamente l'amorevole sforzo culinario materno.
Dopo una breve occhiata alla cantinetta e l'amara - anche questa! - constatazione che sarebbe stato difficile averne a sufficienza per tutte le alzate di calici dell'incombente perido festivo, ho deciso di sacrificare per il mio polpettone con patate un vino rosso della tenuta Bosco del Merlo di Annone Veneto, dal 1977 fiore all'occhiello delle Cantine Paladin.
Gusto internazionale a tutto tondo
Il Ruber Capite è un Igt Delle Venezie, frutto di un particolare taglio bordolese di uve cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e malbech. Io ho assaggiato l'annata 2003 e, nonostante i 5 anni e più trascorsi dalla vendemmia, mi è sembrata essere ancora in grande forma.
Colore rosso granato molto scuro e consistente, profumi eleganti per finezza, intensità e complessità. Servito a 16 gradi si dà tempo al vino di svelarci poco alla volta le ricche sfumature aromatiche che lo caratterizzano. Le sensazioni fruttate di prugna e ciliegia matura si integrano bene con le note erbacee del cabernet franc, e vanno ad arricchirsi di pregevoli note speziate di cuoio, pepe verde e, soprattutto, di tabacco dolce.
In bocca rispetta in pieno le ottime aspettative avute al naso, è rotondo e facile da bere, anche in virtù di una componente alcolica aggraziata (13%). Buona la persistenza, davvero eccellente il "tete à tete" con il polpettone di vitello e salsiccia e con le patate al forno. Ah, dimenticavo. Ottimo pure con il pecorino di media stagionatura che ha fatto da dessert, prima del caffé finale. Niente ammazzacaffé, del resto ero a dieta, no?
Prezzo del vino: 18 euro in enoteca. Mica tanto cheap ma decisamente good...
Nicola Taffuri
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Disastroso spendere non uno, non due, non tre, non quattro, non cinque, non sei, non sette, non otto, non nove, non dieci, non undici, non dodici, non tredici, non quattordici, non quindici, non sedici, non diciassette ma diciotto euro per un good vino.
I produttori di vino sono dei classisti!!!
E' vero è un rosso talmente buono capace di farmi girare le palle a 360 gradi!
Posta un commento