
A sentire accostare il suo nome alla viticoltura piemontese di qualità verrebbe da immaginarselo come un anziano viticoltore a spasso per le vigne nebbiose del Roero a bordo del suo trattorino con tanto di cani al seguito. Invece no. Di quell'Enrico Serafino che nel 1891 fondò a Canale (Cn) la sua omonima cantina, è da tempo rimasto solo il marchio di una rinomata azienda langarola che dal 2004 è entrata a far parte del Gruppo Campari.
Resta, l'aspetto poetico, nella bellissima sede storica a Canale e nell'incantevole dolcezza del paesaggio che disegna anche questa parte di Langhe alla sinistra del fiume Tanaro. Quella per intenderci, sulla sponda opposta rispetto ad Alba, Barolo e Barbaresco, i feudi dell'eccellenza del nebbiolo.
Ciò non toglie che questa uva straordinaria possa dare grandiosi risultati anche qua, nel Roero. Domenica scorsa mi è capitato, per esempio, di stappare una bottiglia di "Pasiunà", il Roero Docg "Cantina Maestra", la linea di punta della Enrico Serafino.
Roero Docg Pasiunà 2005 Enrico Serafino

Decisamente appetibile anche il prezzo, visto che con 18 euro è difficile trovare in enoteca un nebbiolo migliore di questo "appassionato" piemontese. (foto sotto: il fiume Tanaro e, in fondo, il territorio del Roero, visti dal castello di Barbaresco)
Nicola Taffuri
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