
Il produttore di questo superbo valtellinese è la famiglia Pelizzatti Perego (Ar.Pe.Pe.), profondi conoscitori del nebbiolo e vignaioli senza compromessi. I loro vini lasciano la cantina quando sono davvero pronti, il mercato può aspettare. Si fanno attendere, come gli ospiti più importanti, ma quando arrivano prendono la parola e non ce n'è più per nessuno.
La degustazione presso l'Agriturismo Il Ronco, Garlate (Lc), 0341.682523
Attenzione quando lo stappiamo. Il tappo è lungo e per metà ben intriso di vino, quindi se non andiamo fino in fondo con la vite rischiamo di romperlo.
Ve lo dico perché a me è successo e mi sono sentito un po' un pirla, per dirla alla Mourinho.
Per favorire una giusta ossigenazione abbiamo usato un décanter, nel timore, rivelatosi poi inutile, che ci potesse essere del deposito sul fondo della bottiglia.
Colore granato, scuro e consistente. Profumi ampi ed eleganti, ricchi di magnifici sentori di more e ribes, ciliege sotto spirito, viole appassite e rosa canina, accompagnati da deliziose note di tabacco, pepe nero e humus.
In bocca è morbido, caldo ed avvolgente, è sapido, ha ancora una buona acidità e un'elegantissima componente tannica. Le sensazioni avute al naso trionfano in un corpo da fuoriclasse e continuano a deliziare a lungo il palato.
A mio avviso questo vino se la gioca alla grande con i migliori Sforzati, guadagnandoci qualcosa in facilità di beva grazie ai suoi 13,5 gradi alcolici. Giusti per un vendemmia tardiva, pochi per un passito quale è lo Sforzato.
Noi lo abbiamo accompagnato a un Bitto da capogiro, delle estati 2008 e 2007.

Nicola Taffuri
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