Dal 2002 è sempre un vendemmia tardiva ma è entrato nella denominazione Valtellina Superiore Docg Sassella. Fino al 2001 è stato invece un Terrazze Retiche di Sondrio Igt, nebbiolo in purezza. Io ho avuto il grande privilegio di assaggiare proprio quell'ultima annata di quello che potremmo tranquillamente definire, facendoci gioco degli amici toscani, un "Supervaltellinian". Anche se, vista la limitata quantità di bottiglie prodotte, l'Ultimi Raggi non ha la competitività internazionale dei blasonati Igt toscani noti come "Supertuscan" (vedi il Fontalloro della Fattoria di Felsina, il Tignanello dei Marchesi Antinori, il Suolo di Argiano, l’Acciaiolo del Castello d’Albola e via dicendo).
Il produttore di questo superbo valtellinese è la famiglia Pelizzatti Perego (Ar.Pe.Pe.), profondi conoscitori del nebbiolo e vignaioli senza compromessi. I loro vini lasciano la cantina quando sono davvero pronti, il mercato può aspettare. Si fanno attendere, come gli ospiti più importanti, ma quando arrivano prendono la parola e non ce n'è più per nessuno.
La degustazione presso l'Agriturismo Il Ronco, Garlate (Lc), 0341.682523
Attenzione quando lo stappiamo. Il tappo è lungo e per metà ben intriso di vino, quindi se non andiamo fino in fondo con la vite rischiamo di romperlo.
Ve lo dico perché a me è successo e mi sono sentito un po' un pirla, per dirla alla Mourinho.
Per favorire una giusta ossigenazione abbiamo usato un décanter, nel timore, rivelatosi poi inutile, che ci potesse essere del deposito sul fondo della bottiglia.
Colore granato, scuro e consistente. Profumi ampi ed eleganti, ricchi di magnifici sentori di more e ribes, ciliege sotto spirito, viole appassite e rosa canina, accompagnati da deliziose note di tabacco, pepe nero e humus.
In bocca è morbido, caldo ed avvolgente, è sapido, ha ancora una buona acidità e un'elegantissima componente tannica. Le sensazioni avute al naso trionfano in un corpo da fuoriclasse e continuano a deliziare a lungo il palato.
A mio avviso questo vino se la gioca alla grande con i migliori Sforzati, guadagnandoci qualcosa in facilità di beva grazie ai suoi 13,5 gradi alcolici. Giusti per un vendemmia tardiva, pochi per un passito quale è lo Sforzato.
Noi lo abbiamo accompagnato a un Bitto da capogiro, delle estati 2008 e 2007.
Le forme erano quelle che Marco Donizetti, l'infermiere morto prima di Natale cadendo dalla parete Medale del Monte San Martino (Lecco), era andato a prendere con le sue mani negli alpeggi della Val Gerola, cuore della zona di produzione. Io non l'ho conosciuto, ma sono sicuro che un ragazzo 34enne con moglie, figlia e un grande amore per la montagna, la natura e il "fare caciara" attorno a una tavola non poteva che essere una persona speciale.
Nicola Taffuri
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