martedì 12 agosto 2014

Weingut Hanka, ospitalità renana

Il nostro breve tour nel Rheingau (vedi post precedente) è incominciato dal celeberrimo Kloster Eberbach, monastero benedettino al cui interno sono state girate le scene del film Il nome della rosa, al quale però dedicherò il prossimo post. Faccio quindi un salto avanti di una giornata e andiamo a Johannisberg, considerato da molti il territorio più vocato per il Riesling renano e località nel comune di Geisenheim, che ospita una delle più importanti scuole di enologia del mondo. Nota anch'essa per l'omonimo monastero da dove mosse i primi passi la viticoltura renana dopo l'input iniziale dato dai romani, Johannisberg è una piccola frazione di mezza collina, dove domina lo "Schloss", il castello, che si sviluppò dall'antico monastero. Qui, per caso, nel corso del 1700 nacque l'abitudine di vinificare le uve intaccate dalla muffa nobile, che danno quel tratto dolce così caratteristico dei vini renani, dagli "spatlese" ai vari "auslese".
Oggi il castello, che ancora offre il nome alle etichette dell'omonima casa vinicola, è sede di importanti eventi e conferenze. Noi siamo invece ridiscesi un pochino verso la strada principale e abbiamo fatto visita alla famiglia degli Hanka, il cui stile, in quanto ad ospitalità e capacità enologica, è quanto di meglio l'enonauta possa chiedere ai propri viaggi.


La presentazione dell'azienda ve la lascio leggere sul sito internet o sul profilo facebook, qui andiamo subito alla sostanza. Prima di tutto, rispetto ad altre zone d'Italia assai meno blasonate o alla super celebrata Borgogna, stupiscono la semplicità e la cordialità da parte di una famiglia che apre la porta di casa a due giovanotti la cui competenza potrebbe essere misera quanto la disponibilità economica. Invece Sigrid Hanka e suo figlio Sebastian, enologo, ci fanno accomodare a un tavolino e ci fanno assaggiare a nostro piacimento tutto ciò che indichiamo loro sulla lista della loro produzione. Proviamo un Riesling Trocken, uno Spatlese Feinherb, un Kabinett e un Auslese. Per pudore - e tasso alcolico ormai sopra i livelli di guardia - evitiamo di continuare la nostra "messa all'indice" verso i più impegnativi e costosi Beerenauslese e TBA. Ma siamo sicuri che i due non avrebbero fatto una grinza e avrebbero seguitato a servirci quanto richiesto.
C'è da dire, a onor del vero, che sarebbe stato alquanto strano se due italiani - mosche rare, a queste latitudini - saliti in macchina sin lassù per scoprire i gioielli di questa zona vinicola avrebbero bevuto senza caricarsi nulla nel bagagliaio. Ma tant'è. Viva l'ospitalità renana.

Geisenheimer Klauserweg Riesling Spatlese Feinherb 2013
I Riesling.. beh, che dire? Nulla al confronto con i Riesling didattici tutto "frutto ed elasticone" serviti durante le costose serate di degustazione in Italia. Questi sono vini eleganti, dove la componente aromatica e fruttata del riesling si incontra alla perfezione con le componenti minerali del terreno, e dove la nota dolce si sposa meravigliosamente con una freschezza che spinge la beva sempre un gradino più in là.
Personalmente io amo i Riesling più secchi, ma la freschezza e l'eleganza dei "botritizzati" manda a carte all'aria tutta la nostra scala di dolcezze a cui siamo abituati.
Alla fine ho comprato quattro Pradikat "feinherb" (amabili) e due Pradikat Riesling "3 Generationen", tutti del 2013, e due mezze bottiglie di Auslese del 2005. Di volta in volta dedicherò loro un post a parte.
Domenica ho "sacrificato" uno dei feinherb vendemmia tardiva per uno dei miei ricorrenti piatti estivi, un risotto con il pesce persico.
Davvero eccellente. Un vino profumato - il riesling è un'uva semi-aromatica - accanto a un piatto profumato è già un ottimo preambolo per un buon abbinamento. Che si esalta tra reciproche dolcezze vivacizzate dall'ottima acidità del vino e dalla sua importante struttura. Il finale stenta a venire e lascia in bocca un dolce ricordo che allontana e rimanda "a dopo" il rituale caffé.

lunedì 4 agosto 2014

Alla scoperta del Rheingau, culla del Riesling renano

Una sconfinata distesa di vigneti di colore verde tenue. E' questa la prima cosa che balza all'occhio percorrendo da est a ovest la strada a veloce scorrimento che collega la ricca città termale di Wiesbaden, porta della regione del Rheingau, e la piega che il Reno fa verso nord nei pressi del villaggio fluviale di Rudesheim, da dove parte la funivia che sale al belvedere del monumento del Niederwald (vedi foto), ricordo di uno dei tanti allori militari prussiani. A nord lo scudo naturale delle pendici del monte Taunus, a sud il bacino fluviale che in questo tratto si allarga fino a raggiungere un'ampiezza di 400 metri. Quasi un lago, color marrone e verde e torbido, dove le lunghe chiatte dell'industria fluviale renana si incrociano continuamente con i battelli turistici, e dove il sole riflette i propri raggi donando alla zona un microclima talmente dolce da essere accostato a quello mediterraneo.
La vegetazione è rigogliosa e i paesi con le tipiche case colorate in legno e cemento, con i tetti spioventi, sono dei giardini fioriti. Rose, principalmente, di ogni varietà e colore. E poi alisso, bocche di leone, begonie e girasoli, ed erbe aromatiche.
I terreni, in questa striscia collinare lunga poco più di 30 km, presentano una tale varietà di composizioni da permettere al riesling, che qui domina incontrastato i filari con quasi l'80% di presenza, di dare vita a un ventaglio di espressioni vinicole davvero entusiasmanti, favorito anche dalle diverse declinazioni sviluppate dalla tradizione vinicola locale.
Si va dalle versioni assolutamente secche e beverine di alcuni Riesling Kabinett "trocken" ("secco", appunto) per raggiungere le vette di complessità dei vari auslese botritizzati.
I suoli del Rheingau sono composti da scisti argillosi, quarzite, fillite, sedimenti del terziario e dal loess, la
polvere dell'era glaciale. Quest'ultimo, presente un po' ovunque, è alla base della delicatezza e della freschezza fruttata dei Riesling, così come la quarzite regala maggiore struttura ai Riesling della collina di Rüdesheim, e la marna argillosa a fondo valle rende la collina di Hochheim un'énclave per la produzione di eccezionali Pinot Nero che davvero poco hanno da invidiare ai grandi della cote de nuits.
Ma andiamo con ordine. Il viaggio inizia alla stazioncina di Walluf, direzione Kloster Eberbach, monumento monastico,cinematografico e, soprattutto, vinicolo. continua...