martedì 13 settembre 2022

Cenere e vino

Picon, viento y océano. Sta tutta qua Lanzarote, la più selvaggia delle Isole Canarie, forgiata dai vulcani, morsa dalle onde dell'Atlantico e modellata dagli Alisei - quelli che diedero una spintarella a Cristoforo Colombo nel suo viaggio verso il nuovo mondo, per intenderci - che soffiano quasi incessantemente sulle sue coste. Un'isola estrema dall'aspetto lunare con un cuore ricco di meraviglie, proprio come la verde olivina incastonata nella nerissima pietra lavica che ricopre interamente l'isola.
L'ultima catastrofica eruzione fu quella che diede origine al parco vulcanico del Timanfaya, principale attrazione dell'isola valorizzata, come le altre perle locali, da quel geniaccio di Cesar Manrique

Vigneti a La Geria. Sullo sfondo, 
il profilo dell'imponente Caldera Blanca.
Dal 1730 al 1736 le eruzioni coprirono interamente la parte agricola di Lanzarote, costringendo nei decenni successivi gli abitanti rimasti ad abbandonare la coltura cerealicola puntando sulla viticoltura.
Una manciata di ettari in mano a pochi proprietari, spesso legati al potentato ecclesiastico, che hanno adattato la nuova coltura alle condizioni climatiche: viti basse, interrate in piccole fosse di cenere protette dal vento da muretti di pietra lavica. Queste piccole conche aiutano anche a trattenere per quanto possibile l'umidità notturna o delle rare piogge stagionali.
Risultato: poca uva di eccellente qualità, i cui aromi sono amplificati dalle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, come si conviene a una terra posta all'altezza del Sahara, che ogni tanto allunga sull'isola il suo alito caldo tramite la calima.
In un ambiente del genere la scelta del vitigno non poteva che ricadere su una malvasia, uva aromatica già rodata in territori estremi simili, come la nostra Pantelleria.


Lanzarote Doc Malvasia Rubicon 2021
La cantina Rubicon si trova a La Geria, piccola località nel cuore vitivinicolo di Lanzarote, nella zona centro sud, a ridosso del parco vulcanico del Timanfaya. La sua malvasia secca del 2021 è un mirabile esempio di quello che può regalare questa terra solo all'apparenza sterile. Colore giallo paglierino limpido con riflessi dorati, consistente, conquista subito per l'incredibile potenza ed eleganza dei suoi intensi profumi fruttati. Pesca gialla, ananas e mango cedono il posto al pompelmo maturo per sfumare su venature più minerali che ricordano lo zolfo e la polvere pirica. Sensazioni che si ripresentano in bocca, incastonate nel tessuto alcolico importante (13,5°) e che restano a lungo per sfumare su un finale dolceamaro. Un vino sorto dall'inferno per rallegrare la vita dei residenti e dei turisti che decidono di concedersi una pausa all'ombra di uno degli eucalipti fuori dalla bodega.
Per poi portarsi a casa qualche bottiglia da accompagnare a un pesce al forno, a un piatto di crostacei, a un formaggio duro stagionato o a qualche fetta di pata negra
L'ultimo sorso è per chiudere gli occhi e sognare di essere ancora lì, tra picòn, viento y océano. Prezzo in cantina: 10 euro.