giovedì 8 novembre 2007

La bira non va sorsegiata

Ieri sera decima lezione del corso di primo livello per diventare sommelier.Dopo le precedenti puntate dedicate a vitigni, tecniche di vinificazione, chimica enologica e metodo di degustazione, abbiamo parlato di birra. Birra e distillati, per la precisione.A fare lezione è arrivato un sommelier professionista di Varese, grande esperto in birra e, a giudicare dalla mole pachidermica, di October Fest.A sentire il suo respiro pesante, stretto tra la cravatta e una cintura che a stento riusciva a trattenere la pancia debordante, a tutti noi è venuto automatico pensare: "Questo non arriva a fine serata".Tra una frase e l'altra ha continuato per due ore a passarsi il viso paonazzo con un fazzolettone pavarottiano che puntualmente ripiegava con cura nella tasca degli eleganti pantaloni.Altri particolari che hanno dato colore al personaggio sono stati il vizio di omettere le lettere doppie in ogni parola, tanto da farlo sembrare un mastro birraio tedesco, e poi quell'evidente tremore alle mani, che si notava ancora di più quando posava i lucidi sotto al proiettore.Salvo recuperare il pieno controllo dei movimenti, dimostrando grande sicurezza e professionalità, ogni qual volta rabboccava il proprio calice con un altro goccio di birra.Birra che, a suo dire, ricordatevelo bene, "NON VA SORSEGIATA, VA TRACANATA".E pazienza se, tra una "tracanata" e l'altra, i neuroni che controllano la pronuncia delle lettere doppie rimangono sul fondo del bicchiere, insieme ai lieviti delle birre trappiste.

Nicola Taffuri

Con rispetto parlando...di vino

Come il calcio, i motori, il cinema, la musica, la politica, il sesso anche il vino è uno di quegli argomenti che favoriscono la conversazione.
Utile per rinsaldare i legami tra le persone, aiuta a stringerne di nuovi, sciogliendo le nostre piccole inibizioni e riempiendo quegli imbarazzanti silenzi che si creano in tavola quando non conosciamo bene il nostro interlocutore e ci chiediamo “E adesso che le/gli dico?”.
Checchè ne dicano gli espertoni delle rubriche da fine Tg tutti i vini sono da “conversazione”, non solo i dolci passiti liquorosi da fine pasto.
Un vero appassionato potrebbe continuare a parlare di vino per ore, cambiando continuamente argomento, senza mai essere ripetitivo.
Perché il vino non è solo quello che versiamo nel bicchiere.
Il vino è un microcosmo di colori, profumi, paesaggi, vicende di grandi e piccoli uomini, racconto di grandi scommesse, di gloriose vittorie e impietose sconfitte.
Il vino è moda, arte, musica, storia e letteratura, chimica e tecnologia.

Questo blog nasce con l’intenzione di parlare dell’universo vino in maniera libera ma professionale, con tono leggero ma non superficiale e con quel giusto pizzico di ironia che aiuta a digerire meglio la vita.
Ogni tanto mi consentirò qualche piccola divagazione anche sul mondo dei distillati, delle grappe, delle birre.
Il tutto con moderazione e tenendo sempre presente che la bontà di un vino è assolutamente soggettiva e che dobbiamo nutrire comunque un sacro rispetto per il lavoro degli altri, case vinicole comprese.
Salute a tutti.

Nicola Taffuri