venerdì 26 marzo 2010

Vini Pellegrini: appunti da Villa Cavenago (2a parte)


Veniamo ai bianchi e cominciamo dal nostro vicino di casa, ovvero da quel Solesta, particolare blend di chardonnay, riesling e manzoni bianco, che nasce dai vigneti terrazzati dell'azienda La Costa di Montevecchia, prezioso angolo di Toscana sospeso tra Lecco, l'Adda e Milano.

Fermentato in massima parte in vasche d'acciaio con una piccola percentuale che passa invece per la botte grande, il vino viene poi affinato parte in barrique e parte in vasche di cemento; dopodiché un ulteriore anno di permanenza in bottiglia completa la sua maturazione.

Quando a Claudia Crippa, giovane figlia del titolare Giordano, chiedo notizie dei nuovi scassi e terrazzamenti che l'autunno scorso, di passaggio per una scampagnata a funghi, ho notato sulle colline nei pressi delle tre cascine - Costa, Scarpata e Galbusera Nera - di proprietà dell'azienda, lei si schermisce promettendo: "sì però ora basta, con questi arriviamo a 12 ettari e per una piccola realtà come la nostra sono già più che sufficienti".
Per poi tornare al vino: "com'è, ti piace?".

Piace, piace eccome. Fresco e floreale, parte di slancio con la frutta gialla dello chardonnay per poi rendere il giusto merito anche all'eredità del riesling, percepibile in fini note muschiate e di pietra focaia. La barrique c'è ma non appesantisce una beva che tiene bene e si fa via via più intrigante assaggio dopo assaggio. Da servire fresco ma non freddo, magari in compagnia di un risotto alle verdure oppure con un piatto di formaggi a pasta morbida tipici di Montevecchia o anche con un Quartirolo o un Taleggio della vicina Valsassina.

Del Pinot Nero Sangiobbe, per il quale l'azienda ha profuso i suoi sforzi maggiori in questi anni cercando la migliore collocazione dei vigneti e affinando le più efficaci tecniche di lavorazione in cantina, ne parleremo in seguito.

Ora andiamo in Sardegna ad assaggiare il Vermentino dell'azienda 6 Mura, ultima arrivata in casa Pellegrini.

VERMENTINO DI GALLURA O DI SARDEGNA?
Assieme al titolare del ristorante dove lavoro eravamo alla ricerca di un Vermentino di Gallura, quindi DOCG, buono, tipico e meno conosciuto dei vari Sella e Mosca e simili.
Lo abbiamo detto al simpatico mescitore sardo e lui ci ha proposto un indovinello:
"ve ne faccio assaggiare due e voi dovete indovinare quale è il Doc di Sardegna e quale il Docg"
.
Mica facile, entrambi eccellenti. Mi butto su quello più strutturato.
"Il Gallura è lui".
"Giusto. Ma anche quell'altro. Cambiano solo le annate".
Fresco, sapido e floreale, secco come il vento carico di salsedine che batte le vigne del nord dell'Isola e ricco delle dolceamare sfumature mediterranee che gli regalano un carattere inconfondibile. Peccato per la pessima grafica dell'etichetta ma pace. Avevamo trovato il nostro Vermentino.
continua...

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