martedì 3 febbraio 2009

Barolo in salamoia

Domenica mattina. Vetri appannati, giornata fredda e tepore casalingo ravvivato dal profumo della carne arrosto e della polenta che strepita nel rame. Scendo in cantina e punto diritto al ripiano più alto, quello dedicato ai "piemontesi". Ho voglia di Barolo, stavolta non c'è Chianti, Valpolicella o Montepulciano che tenga.
Prendo la bottiglia di un produttore a me caro perché è simpaticissimo e mi ha abituato a grandi vini. Questa sua selezione di Barolo, però, non l'avevo ancora assaggiata. Risalgo in cucina.

La degustazione
Dopo un'ora, svanita la condensa sulla bottiglia, prendo il cavatappi e apro. Tappo perfetto. Verso il vino. "Però, com'è scuro!", penso. Annuso. Poco o nulla, troppo freddo ancora. Aspetto.
Vado alla luce. Il colore è granato ma decisamente più scuro e intenso rispetto a quello dei vari nebbiolo piemontesi o valtellinesi che ho assaggiato in passato, solitamente poverelli di estratti. Oltretutto della caratteristica tonalità aranciata nemmeno il più piccolo accenno. D'accordo, l'annata è la 2004, la più giovane attualmente in commercio, però la cosa mi lascia un tantino stupito.
Stringo il baloon tra i palmi caldi delle mani, do una ruotatina veloce e annuso, pronto ad abbandonarmi all'intensità del Barolo. "Tutto qua?", penso. "Mah. Diamogli ancora qualche minuto". Comincio a valutare complessità e finezza.
Ciliegie, prugne, un pizzico di noce moscata, sottobosco. Mica tanto eleganti, però. Anche perché..."Ma cos'è quest'odore sgradevole? Sa come di...olive in salamoia, ma potrebbero essere anche cetrioli...Cos'è, un Cabernet andato a male?".
Ruoto il calice nel tentativo di eliminare le fastidiose puzzette ma ottengo il risultato opposto. Con 1-2 gradi in più le olive in salamoia si mischiano con il peperone cotto e con il limone rancido. "Terribile", penso, mentre vado in cucina a versare il vino nel lavandino. E' la prima volta che mi capita di non riuscire a bere un Barolo. Chiedo consigli a voi su cosa possa essere successo ma in cambio non chiedetemi il nome del produttore. La mia cantina non può garantirmi le giuste condizioni di conservazione. Certo che, in ogni caso, le conserve di olive e il secchio per il compostaggio li tengo al piano di sopra, ben lontani dalla cantinetta dei vini...
Nicola Taffuri

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