martedì 15 ottobre 2013

Ageno, l'inganno è servito

In due anni di vita pavese non posso dire di aver conosciuto la metà dei ristoratori del centro storico e dintorni ma un'idea piuttosto precisa me la sono fatta: per mangiare bene a un prezzo onesto bisogna fuggire dalla città. Preso atto della tendenza cafon-fighetta di Pavia e dei suoi costi, mi sono finalmente deciso ad andare a passare una serata all'Infernot, un'enoteca della centralissima via Mascheroni, dietro il tribunale, di cui avevo sentito parlare bene da persone però poco attendibili.
Un po' "milanese" da fuori, molto graziosa e paradossalmente "sobria" all'interno. Accogliente e cordiale Manlio Manganaro, il riccioluto oste e titolare, sommelier Ais preparatissimo nella presentazione del menu e nella spiegazione dei vini, dei piatti e degli abbinamenti.
A far compagnia a un affettato di salumi misti, dal culatello alla mocetta valdostana fino al salame dei monti Nebrodi e a un crostone al lardo e miele, la mia compagna di bevute sceglie un profumatissimo Lacrima di Morro d'Alba, mentre io accetto la sfida del calice nero, un vino misterioso servito dietro al banco in un calice di cristallo nero come un cielo senza stelle. Convinto dell'assurdità della diceria che, privati della vista del colore, si possa  arrivare addirittura a confondere un bianco per un rosso e viceversa.
Io mai.

Emilia Igt "Ageno" 2008 La Stoppa
Touché. Colpito dai decisi aromi speziati e di pellame e affondato dal gusto tannico. Anche se, a mia discolpa, devo dire che quella freschezza marcata di agrumi come chinotto e bergamotto mi aveva mandato in tilt i sensi, tanto che, non fosse stata per la serietà del locale, avrei potuto sospettare un volgare mischione bianco + rosso.
Pace. Mi sono divertito. I piatti erano buoni, il prezzo nella media e la compagnia ottima. Però l'Ageno, che vino è? Un blend di uve bianche tra cui spicca la malvasia di Candia aromatica, che vengono lasciate a macerare per 30 giorni proprio per estrarre la massima concentrazione di aromi e di tannini, rinforzati ulteriormente dai sei mesi in barriques e dai due anni di affinamento in bottiglia, per poter dare vita a poco più che un vino "didattico", adatto a farsi gioco dei polli come il sottoscritto. Se volete giocare con gli amici - o, meglio, con i "nemici" - provatelo, costa circa 20 euro a bottiglia e all'Infernot viene servito a 6,50 il calice (nero). Voto: 74. Se volete bere qualcosa di buono, invece, scegliete altro. Questi ibridi lasciano un po' il tempo che trovano. A proposito, tra una cosa e l'altra non ho guardato bene la carta dei vini. Di conseguenza, ci rivediamo presto, caro Manlio.

1 commento:

Manlio ha detto...

Grazie... di cuore per questa bella recensione.
Ma non sarei assolutamente stato così severo con l'Ageno, vino difficile ma che si fa apprezzare per la sua complessità e tipicità.
Quando vuoi, per divertirti ;-)
Manlio

ps da provare con lepre in salmì che aimè non facciamo