giovedì 31 ottobre 2013

Il muschiatello della Loira

Ricordo con quanta enfasi e passione Guido Invernizzi, medico, sommelier e docente Ais, decantava le virtù di uve e vini "minori", dalla forastera di Ischia, al Gragnano di Sorrento fino al Muscadet della Loira. Buona la prima, imprescindibile il secondo, specie se di aziende come Grotta del Sole. E il "muschiatello" francese?
Trovato qualche giorno fa al supermercato a circa 9 euro e acchiappato al volo per fare compagnia a un pranzo a base di cozze.

Muscadet Sèvre et Maine AOC Ackerman 2011
I mitili, del resto, sono il naturale accostamento gastronomico di questo bianco tipico dell'ultimo tratto "atlantico" della Loira, il cui estuario va a gettarsi nell'oceano nei pressi di Saint-Nazaire, pochi km dopo aver attraversato Nantes. Prodotto con uve del vitigno a bacca bianca "melon de Bourgogne", forse "fuggito" dalla nobile Borgogna per trovare apprezzamento sulle tavole dei marinai, è un vino bianco leggero e molto, molto citrino, con vaghi sentori di muschio (da qui il nome), tanto che si presta alla grande per accompagnare alcune delle specialità dell'Atlantico, come crostacei, ostriche e saint-jacques, le "cappesante".
La spiccata acidità del vino e la sua discreta sapidità, infatti, ben si prestano ad esaltare il sapore delicato di queste prelibatezze a tendenza dolce e grassa, tanto che potremmo definirlo uno dei meglio riusciti abbinamenti territoriali per contrapposizione.
Io l'ho provato con un piatto di cozze in una preparazione troppo saporita per via dell'aggiunta di sale e peperoncino. Non male ma decisamente molto meno azzeccato dell'uso atlantico, più naturale e meno condito. Ad ogni modo un vino senz'altro curioso che però è assai difficile da apprezzare in un contesto geografico estraneo al suo.
Voto: 74.



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