venerdì 19 dicembre 2008

Un brindisi speciale con lo Sforzato

L'ultimo venerdì lavorativo prima delle vacanze di Natale è solitamente riservato alle cene aziendali, più o meno tristi e fantozziane, in cui gli inossidabili ottimisti sperano sempre in qualche premio di produzione mentre gli irriducibili realisti sanno bene che, nella migliore delle ipotesi, arriverà un panettone dell'anno precedente.
Forse dico queste cattiverie per invidia, perché il vecchio editore per il quale ho lavorato per cinque anni era solito fare, invece, un mega-sorteggione sì fantozziano ma con ricchi premi come I-pod da 8 GB, supertelevisori e weekend a spasso nelle capitali europee.
Io per ben quattro volte su cinque ho vinto delle bottiglie di vino di poco conto e, quando dall'urna finalmente benevola si è deciso a spuntare un "finesettimana a Parigi", sono stato tanto fesso che l'ho regalato in famiglia. Tant'è.
Insomma, diciamocela chiara, rispetto a una formale cena aziendale è sempre meglio una bella degustazione tra amici. Specie quando il tempo da lupi rende automatico cercare un po' di autoconsolazione con vini rossi come lo Sforzato, capace di scaldare il cuore e rinfrancare l'animo.
Anche questa volta riporto il racconto appassionato di Anna Campidori, organizzatrice e protagonista, con la sorella Paola, di una degustazione orizzontale di Sforzati del 2001 presso l'Hotel ristorante San Gerolamo di Vercurago (Lc).

"Lento incedere verso l'apoteosi" - di Anna Campidori
"Un inizio soft, considerato quello che sarebbe venuto dopo. La degustazione è cominciata, infatti, con un “semplice” Valtellina superiore, Primi Raggi di Ar.pe.pe., gentile espressione del nebbiolo di montagna. Mi ha colpito per la sua eleganza e bevibilità tanto che, trasgredendo alle regole della degustazione per cui sarebbe consigliato lasciare nel bicchiere un po’ di vino per un successivo assaggio, il mio calice, come tanti altri, è rimasto vuoto.
Dopo questa piacevole entrée ci siamo accomodati a tavola, dove ci aspettavano quattro invitanti bicchieri colmi di vino rosso granato che fino a poco prima avevano riposato pazientemente nella cantina di Campidori Selections. Erano ordinatamente disposti secondo l’ordine previsto per la degustazione: Canua di Sertoli Salis, Fruttaio Ca’ Rizzieri di Rainoldi, Albareda di Mamete Prevostini ed il 5 Stelle di Nino Negri, tutti dell’annata 2001.
I vini erano accompagnati da uno splendido piatto di formaggi: ammetto di essermi dovuta trattenere a fatica dal fare un immediato assaggio per non falsare i sapori degli sforzati.
Difficile comunque sovrastare vini di tale potenza!
Il nebbiolo, appassito sui graticci, si carica di sapore, di concentrazione, di alcolicità, diventando nello sforzato vino imponente e robusto, ma dall’immensa piacevolezza.
La cosa più interessante dell’orizzontale è stata constatare come un vino proveniente dalla stessa zona, della stessa annata, dello stesso vitigno utilizzato in purezza si esprimesse in modo tanto diverso.
A Canua di Sertoli Salis, più “beverino” rispetto agli altri, pulito, dal sapore di marasca ma mai “marmellatoso”, è seguito Fruttaio Carizzieri di Rainoldi, più robusto, che regalava al palato le dolci note di barrique in cui questo sforzato riposa per 15 mesi.
L’Albareda riempiva invece la bocca con sentori di uva passa, frutta in confettura, incantando con il suo tocco caldo e vigoroso.
Come tanti altri ospiti presenti alla serata, che già conoscevano e amavano gli sforzati, ho aspettato di gustarmi questi vini prima di passare all’ultimo assaggio: lo Sforzato 5 stelle di Nino Negri.
Un’attesa giustificata dalla consapevolezza di trovarmi di fronte ad uno sforzato completamente diverso dai precedenti, che ha invaso il palato con il vigore di fiume in piena, inondandolo con un’evoluzione di sapori di frutta matura, in confettura, liquirizia e note speziate. Robusto e imponente come le montagne della Valtellina, ma anche vellutato, morbido ed elegante.
Un finale trionfale coronato dal più azzeccato dei connubi: un fumante piatto di pizzoccheri."

2 commenti:

panz ha detto...

Lo ammetto mi sono proprio sforzato ma la Sig.na Anna non è riuscita a convincermi. L' unico modo per convincermi a comprare una bottiglia di vino è vedere che il suo prezzo sia uguale aquello del succo di frutta.

Nicola Taffuri ha detto...

La sig.na Anna e il sottoscritto non accettano critiche dagli astemi! All'ultimo ci pensiamo io e Paolo a farti cambiare idea. E fegato.