sabato 24 gennaio 2009

Alla faccia del "prosecchino"

L'altro ieri sono andato a fare un giro per le agenzie interinali alla ricerca di un qualsiasi lavoro che possa rendere meno penoso l'inesorabile assottigliamento del mio conto in banca. Missione, per il momento, fallita. A differenza di una decina di anni fa quando, ai tempi dell'università, un giorno sì e un altro pure mi telefonava la cooperativa per la quale lavoravo saltuariamente, offrendomi manovalanze di ogni tipo nelle industrie della zona, al giorno d'oggi non è mica scontato riuscire a faticare nemmeno come operaio semplice. Anzi.
Sconsolato, ho deciso di andare a cercare commiserazione presso il mio caro professore di italiano delle medie e pure del liceo (!). Sapendo che mi diletto da tempo di vini, il mitico prof. mi ha accolto annunciandomi "dammi tempo 10 minuti che ho appena messo un prosecchino in frigo". Erano quasi le 18, orario perfetto per l'aperitivo.
Sul grande tavolo dove il caro amico ormai in pensione continua a svolgere privatamente il suo ruolo di maestro di vita per le nuove generazioni, incastrato tra vocabolari di latino, appunti sparsi, ritagli di articoli di giornale e il libro di Stefano Rodotà "Perché Laico", c'era bell'e pronto un vassoio con olive, pistacchi, salatini e patatine.
"Ok, ora dovrebbe essere fresco, vado a prendere la bottiglia".
Dopo qualche secondo riappare tenendo tra le dita due flûtes e nell'altra mano l'inconfondibile silohuette della Cuvée Prestige di Cà del Bosco.
"Scusa, eh, ma sarebbe questo il tuo "prosecchino"?"
"eh, va beh, me l'ha regalata una ragazza che viene a fare lezioni"
"ho capito, ma questa è una bottiglia di lusso, è un peccato aprirla ora"
"taci e stappa"
"ok, prof."


Franciacorta Docg Brut Cuvée Prestige Cà del Bosco
Il raffinatissimo packaging che avvolge l'ultimo nato dell'azienda di Erbusco vuole forse strizzare l'occhio al mitico Champagne Cristal di Roederer. E qui chiudo le analogie con le leggendarie bollicine francesi.
Frutto dell'assemblaggio di vini da uve chardonnay (75%), pinot nero (15%) e pinot bianco (10%), questo Metodo Classico ha spuma ricca e perlage fine e persistente. Come colore siamo sul paglierino con riflessi verdolini. Al naso spiccano le sensazioni fruttate di agrumi e pesca gialla, accompagnati da altre note minerali e dal profumo dei lieviti della rifermentazione che danno l'inconfondibile aroma di pane appena sfornato. In bocca è cremoso, fresco, di ottima acidità e pregevole complessità aromatica. Non ha una grandissima persistenza ma stuzzica davvero il palato e invoglia a berne ancora e ancora. Magari non con le patatine, meglio con gli antipasti e primi piatti con salmone, oppure con i gamberi e altri crostacei. In enoteca costa intorno ai 25 €, poco per un Franciacorta perfetto da regalare ma anche da bere! Alla nostra, prof.
Nicola Taffuri

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