domenica 29 marzo 2009

Nebbiolo Grapes: uno splendido Giornata

Dispiace per il tempo cupo e piovoso assai, altrimenti si sarebbe potuta fare qualche bella foto primaverile delle terrazze vitate sopra Sondrio, quelle della sottozona Sassella. E magari inserire nella cornice i monti circostanti ancora carichi della neve caduta quest'inverno, finalmente copiosa più per la felicità delle località sciistiche che di quella dei glaciologhi, ormai rassegnati all'innesorabile arretramento dei ghiacciai alpini. Ma non si può aver tutto. Il Nebbiolo Grapes 2009 è ben valso la scampagnata in Valtellina. Tra andata e ritorno, 200 km di Statale martoriata dal maltempo e dal traffico pesante.
Dovendo purtroppo fare i conti con il bisogno vitale di conservare la patente e con la mia assoluta incapacità di servirmi delle sputacchiere, la giornata a tu per tu con 200 etichette di Nebbiolo di tutto il mondo ha imposto delle scelte obbligate. Assaggi mirati alle aziende meno note di Valtellina e Piemonte, luoghi d'elezione di questa prodigiosa uva italiana, e grande curiosità per i loro fratellini sparsi qua e là tra Australia, Sud Africa e California. Risultato: forse il nebbiolo, con la pazienza e la dedizione che si conviene ai grandi vecchi, è capace davvero di imparare a parlare l'inglese. L'inflessione californiana è quella che gli riesce meglio.

Il Nebbiolo della South-Central Coast
Le luccicano gli occhi a Stephy Terrizzi, la giovane titolare della californiana Giornata Wines, mentre sull'avveniristico cellulare (vive a Paso Robles, 133 miglia a sud della Silicon Valley!) del marito Brian mi mostra i loro due biondissimi gemellini che mangiano a piene mani i dolcissimi grappoli maturi del nebbiolo di famiglia. Il paesaggio ricorda a tratti quello della Maremma del Morellino, se non fosse per gli inquietanti primi piani sulle pelose tarantole grosse come una mano che bazzicano tra i sassi bianchi dei vigneti. Megalomani pure con gli aracnidi, 'sti americani.
E pure avventurosi fino a sconfinare nell'irriverenza, quando scopri che, a differenza della stragrande maggioranza dei produttori californiani, i coniugi Terrizzi hanno snobbato zinfandel, cabernet, merlot e pinot nero per impiantare invece barbatelle di nebbiolo e sangiovese, i due vitigni di cui noi italiani siamo più fieri e gelosi. E poi pure il moscato giallo, con cui fanno una sorta di delizioso Vin Santo.
Poi, invece, ci parli assieme e scopri una spontaneità, un'umiltà e una passione assolutamente contagiose, che sono il migliore risarcimento per il dolore di tutte quelle famiglie di coloni che nei secoli hanno inseguito il miraggio della Terra Promessa, finendo spesso con il lasciare le loro ossa a sbiancare lungo le piste per la California.
Confida Stephy "In questa zona la terra costa molto meno che in Napa. E poi noi siamo pazzamente innamorati dell'Italia e dei suoi vini".
Del loro Nebbiolo 2006 ne hanno fatte solo un migliaio di bottiglie. Un vino, di conseguenza, assolutamente sperimentale. Ma, vi assicuro, durante gli assaggi è riuscito a conquistare gli elogi anche del più accanito barolista. Riconoscibile, corpulento ed elegante, con un tocco ben dosato di morbidezza all'americana ma per nulla prevaricante sul carattere indomito del vitigno.
Nicola Taffuri

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